«Il prolungarsi dell’emergenza pandemica ha determinato per i Dirigenti Scolastici un sovraccarico di responsabilità e lavoro che per rispondere alle esigenze del contact tracing non conosce tregue nemmeno nei giorni festivi e negli orari serali». Così si apre il comunicato, firmato da Flc Cgil Emilia Romagna, Uil Scuola e Snals Emilia Romagna, con il quale si proclama uno sciopero per il 10 dicembre, che si inserisce in un movimento più ampio a livello nazionale: oggi, oltre che in Piazza della Shoah a Bologna, ci saranno manifestazioni a Torino, Napoli, Palermo, Pisa, Catania, Livorno e Genova.

Sciopero della scuola: le rivendicazioni di insegnanti e presidi

A infiammare gli animi è anche il fatto che nella legge di bilancio in discussione in parlamento «nessuna delle richieste avanzate dalla categoria è stata presa in considerazione»: proprio per questo al dissenso dei dirigenti scolastici si aggiunge quello di insegnanti e lavoratori della conoscenza.

Ci sono «tante buone ragioni per dire basta», insomma: dalla necessità di maggiori risorse alla richiesta di una migliore retribuzione, dalla questione del covid a quella dello stress lavorativo. A queste, in Emilia Romagna, si va ad aggiungere il fatto che «i D.S. nominati dal 2019 […] a tutt’oggi non percepiscono ancora la quota variabile dello stipendio (che ammonta a circa 1000€ mensili) sulla base di una controversa interpretazione del contratto di lavoro».

A livello nazionale, la manifestazione si inserisce in un processo che culminerà con lo sciopero “Insieme per la giustizia” di giovedì prossimo, 16 dicembre, proclamato da Cgil e Uil. «La battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola -hanno affermano Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, segretari generali Cgil e Uil- fa parte di una più ampia battaglia che tutti insieme stiamo portando avanti contro una manovra insoddisfacente, in particolare su fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alla precarietà del lavoro».

Francesco Manera

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