Ferie non godibili e non monetizzabili per gli insegnanti precari. Stipendio non pagato per le supplenze brevi. L’Unione Sindacale di Base in presidio sotto la Ragioneria dello Stato, per protestare contro una delle più drammatiche storture della spending review.
Un nuovo accanimento da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze contro le retribuzioni dei supplenti: oltre alla dilazione ulteriore del pagamento degli stipendi di settembre (non ancora pagati in dicembre) sono in discussione persino le ferie.
La situazione è la seguente: un insegnante non può chiedere ferie durante il periodo di attività didattica ed il contratto di un precario dura fino al 30 giugno. Di conseguenza il periodo di ferie viene piazzato “d’ufficio” su Pasqua e Natale, non rendendo quindi monetizzabili le ferie, che sarebbero altrimenti non godute. Per una totale diminuzione di 1000-1200 euro all’anno in busta paga, su un numero di 2000 professori nel territorio bolognese e intorno ai 100.000 su scala nazionale.
“Una patrimoniale al contario” la definisce Francesco Buonfini, dell’USB “diretta contro le fasce più deboli dei lavoratori” che oltre a non avere uno stipendio nei mesi estivi non possono monetizzare ferie, delle quali non potrebbero comunque usufruire nel corso dell’anno.
Per questo la protesta è partita spontanea e sentita, diretta in prima istanza verso la ragioneria territoriale dello Stato. Nel caso non venisse ascoltato lo scontento per questa “appropriazione indebita“, che rappresenta una “violazione palese del dettato costituzionale“, il corpo insegnante preparerà degli scioperi in momenti cruciali dell’anno scolastico.
Lorenzo Elia Bedussi