I precari della scuola di tutta Italia proclamano la giornata della #dignitaprecaria e, a Bologna, scendono tengono un presidio in piazza Ravegnana alle 17.30. Qualità della scuola pubblica e assunzioni al centro delle rivendicazioni. L’11 aprile sciopero nazionale con manifestazione a Roma.

#21m, #dignitaprecaria e #Bologna. Sono questi gli hashtag scelti dal Coordinamento dei Precari delle scuole di Bologna per lanciare la mobilitazione che, nelle nostra città così come su tutto il territorio nazionale, si tiene quest’oggi.
In piazza Ravegnana, alle 17.30, i precari degli istituti scolastici bolognesi si danno appuntamento per dire che sono stanchi di essere sfruttati dallo Stato e per ricordare che, sempre più spesso, le scuole stanno in piedi proprio grazie al loro lavoro.

Sono 200mila i precari della scuola in Italia. In alcune scuole, addirittura, il numero dei precari ha superato quello dei docenti di ruolo. Ciò ha il suo peso per quel che riguarda il tema della qualità.
“Una delle cose che garantisce la qualità nella scuola – osserva ai nostri microfoni Enrico Roversi dei Cobas – è la continuità didattica, che viene invece negata a studenti e rispettive famiglie”.
I posti da insegnante, però, ci sono e dunque la prima rivendicazione è proprio quella dell’assunzione del personale precario.

Non è solo la forma contrattuale a creare problemi, ma la dignità stessa di chi svolge quel lavoro. I precari, infatti, non vedono riconosciuto alcuno scatto di anzianità anche se hanno lavorato per vent’anni. “Nelle scuole primarie – spiega Roversi – un insegnante precario prende 1200 euro al mese e se entra in ruolo dopo vent’anni, prenderà sempre 1200 euro”. Senza considerare che gli stipendi sono fermi al 2006, mentre l’inflazione e la pressione fiscale corre. Da quest’anno, inoltre, le ferie non usufruite non verranno pagate.

Le rivendicazioni dei precari della scuola trovano una sponda anche in Europa. Il nostro Paese, infatti, sta per essere multato dalla Corte Europea proprio perché non rispetta una direttiva che impone l’assunzione del personale della pubblica amministrazione dopo 3 anni continuativi di servizio. “Probabilmente il governo farà due conti e preferirà pagare la multa che assumere chi ne ha diritto”, osserva amaramente il sindacalista.

I problemi dei precari, inoltre, vanno a sommarsi ai problemi generali della scuola, come i continui tagli, anche ai fondi d’istituto, quelle risorse che garantiscono l’aumento dell’offerta formativa. Contemporaneamente, però, il governo sposta risorse sulle scuole private. “È una precisa scelta politica”, afferma Roversi. Una scelta che sembra riguardare anche il neonato governo Renzi.

Il presidio di oggi, però, è solo la prima tappa di un percorso di mobilitazione. Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì prossimo, 27 marzo, quando si svolgerà un convegno nazionale promosso dal Cesp (Centro Studi sulla Scuola Pubblica) e dai Cobas e una delegazione chiederà di essere ricevuta dal Miur.
Alle Aldini-Valeriani, invece, l’8 aprile si terrà un convegno aperto a tutti e intitolato “Scuola libera dal mercato, scuola libera dal precariato”. L’11 aprile, infine, si terrà lo sciopero nazionale dei precari della scuola con manifestazione nazionale a Roma.