A nove mesi dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, Legambiente incalza la Regione e il commissario Figliuolo su una ricostruzione che preveda l’adattamento alla crisi climatica.
L’associazione ambientalista ritiene che la gestione commissariale non stia dando al territorio le risposte sperate, che siano ancora troppe le incertezze, ma soprattutto ravvisa il rischio che si ripristini solo lo status quo, senza una pianificazione di adattamento ai cambiamenti climatici.

Quale adattamento alla crisi climatica? Le domande di Legambiente sul post-alluvione

Nello specifico, Legambiente pone cinque domande e richieste al commissario Figliuolo e alla Regione Emilia-Romagna.
Anzitutto si chiede come e se verrà tenuto in considerazione il rapporto della commissione tecnico-scientifica che ha analizzato gli eventi meteorologici estremi che hanno colpito la regione nel maggio scorso, tramutatisi in alluvione. Si chiede poi conto dei Piani Urbanistici Generali approvati e da approvare, nello specifico per ciò che riguarda il consumo di suolo.

La terza domanda è particolarmente dirimente: è prevista la realizzazione di un piano di adattamento che definisca dove, cosa e come ricostruire e stabilisca le risorse necessarie? Poiché gli interventi necessari sarebbero consistenti, si chiede come si intendono sostenere i Comuni, a partire da quelli più piccoli.
Infine si chiede quali strumenti si prevedono per garantire trasparenza, partecipazione e controllo sociale.

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