Troppo grassa per essere candidata. Lo scontro politico all’interno del Pd per le nomine ai Quartieri si trasformano in insulti sessisti ai danni di Tullia Moretto, presidente del circolo “Fossolo”. Dopo i casi di Milano e Roma, anche a Bologna e all’interno del Pd la contesa politica sfocia in attacchi estetici.

Un nuovo caso di sessismo ai danni di una donna, questa volta interno al Pd di Bologna. All’interno della contesa fra le diverse anime del partito per le nomine sui Quartieri, a cadere vittima di insulti sessisti è stata la presidente cuperliana del circolo democratico “Fossolo”, Tullia Moretto, che ha  ha denunciato di essere stata denigrata e colpita sul personale dai colleghi di partito.
La denuncia è avvenuta ieri sera, alla riunione del direttivo del circolo Fossolo da lei stessa presieduto e convocato con urgenza il 14 marzo, data, scrisse la Moretto nella lettera di convocazione, “la situazione sempre più grave creatasi nel nostro quartiere, nella quale anche la sottoscritta è stata oggetto di affermazioni veramente basse, anzi per l’esattezza ‘grasse’…”.

A confermare che la presidente Moretto è stata personalmente offesa durante una riunione è Maurizio Ghetti, consigliere comunale uscente che era presente alla riunione: “Per usare un eufemismo le è stato detto che non aveva il physique du rôle per fare la presidente, che le sue caratteristiche fisiche non rispondevano ai canoni di un candidato.  Insomma, che era troppo grassa”.
Un altro consigliere del Savena, Edoardo Alfonso Masariè, anche lui alla riunione in cui Moretto è stata offesa, fa sapere delle reazioni di solidarietà rivolte alla presidente: “Abbiamo convenuto che il fatto che Moretto sia stata oggetto di affermazioni sulla sua forma fisica da parte di chi non voleva la sua candidatura era una cosa da condannare”.

La presidente Moretto è stata candidata alla presidenza di un quartiere, il Savena, molto delicato perché è quello del sindaco, quello che Merola ha guidato per dieci anni da presidente. Ed è il Quartiere del suo delfino, Matteo Lepore, che da lì vuole gettare le basi per la sua corsa futura come candidato sindaco del centrosinistra. La sua candidatura era perciò sgradita e lo scontro è stato senza quartiere.

Difficile non inserire l’episodio all’interno dei casi registrati a livello nazionale negli ultimi giorni. Come quello di Milano, accaduto a Patrizia Bedori, candidata per il M5S, che aveva suscitato perplessità fra gli attivisti, che sono sfociate in giudizi di natura personale, perfino estetici.
Diversi, ma della stessa natura, gli attacchi di Bertolaso e Berlusconi a Giorgia Meloni a Roma. Secondo i due esponenti del centrodestra, la leader di Fratelli d’Italia non poteva candidarsi a sindaco in quanto presto diventerà mamma.

Anna Cesari