Perquisizioni, due divieti di dimora e dieci obblighi di firma sono stati notificati questa mattina a Bologna ad attivisti di Cua e Split. Le misure riguardano alcune azioni dei mesi scorsi, in particolare per l’occupazione dello studentato privato Beyoo e per vilipendio nei confronti del capo del Governo e per resistenza a pubblico ufficiale durante gli episodi contestati.
Il vilipendio al capo del Governo dovrebbe riguardare l’apparizione di un manichino con le sembianze di Giorgia Meloni durante una manifestazione sul diritto all’abitare.

Le proteste sulla casa costano agli attivisti di Cua perquisizioni e misure cautelari

I fatti contestati agli attivisti riguardano l’occupazione dimostrativa dell’ottobre scorso, quando attiviste e attivisti di Cua e Split entrarono nello studentato privato Beyoo in via Serlio a Bologna. All’epoca nell’edificio erano ancora attivi i cantieri di quello che veniva definito “studentato di lusso“. La protesta nacque in seguito ai crescenti problemi riscontrati a Bologna nel trovare una casa in affitto a prezzi accessibili da parte di studentesse e studenti universari.
In quell’occasione gli occupanti chiesero di aprire un tavolo di trattative tra la proprietà dello studentato e l’Università di Bologna per destinare alcuni degli alloggi a prezzi calmierati. L’occupazione terminò pochi giorni dopo, quando gli occupanti affermarono che Beyoo aveva preso un impegno in tal senso.

Il secondo fatto contestato riguarda la “Parade” per il centro di Bologna, avvenuta il 10 novembre scorso. Durante il corteo spuntò un manichino con le sembianze della premier Giorgia Meloni che fu appeso a testa in giù.
La notizia suscitò grande indignazione nelle forze politiche e oggi si registrano le ripercussioni con l’accusa di vilependio al capo del Governo.

La reazione del Cua: una manifestazione domani in piazza Verdi

La reazione del Cua non si fa attendere e risponde alle misure repressive annunciando per domani pomeriggio alle 18.00 in piazza Verdi una manifestazione.
«L’operazione di polizia di stamattina è un fortissimo attacco repressivo nei confronti di lotte per poter vivere non solo in maniera dignitosa, ma in maniera bella questa città – afferma ai nostri microfoni Giovanni del Cua – È un sentimento condiviso da migliaia di persone, come quelle che sono scese in piazza durante la “Parade” per gridare che da questa città cercano di buttarci fuori di continuo con case a prezzi inaccessibili e studentati a prezzi di lusso».

Per la vicenda del manichino, l’attivista osserva che «è raccapricciante la strumentalizzazione di un gesto provocatorio e simbolico di protesta per cui si grida allo scandalo, quando le cose realmente gravi sono le condizioni in cui ci costringono a vivere nelle città e gli attacchi vengono fatti ai diritti e al reddito».
È per questa ragione che attiviste e attivisti dicono di non volersi fare intimidire e chiamano tutti in piazza Verdi domani pomeriggio alle 18.00.

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