“Cittadini sin dal primo giorno”. Non è solo uno slogan per il Comune di Bologna, che ha sottoscritto un accordo con Cgil, Cisl e Uil e con l’Asp per aiutare i migranti che arrivano in città a districarsi nel complicato e lungo iter per l’ottenimento e il rinnovo dei permessi di soggiorno. «Spesso il sistema delle regole sull’immigrazione nel nostro Paese è complicato e chiede alle persone che arrivano procedure complesse – osserva l’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo – L’obiettivo di Bologna è dare piena cittadinanza alle persone migranti»

L’accordo di Comune, Asp e sindacati per l’accoglienza dei migranti

L’accordo prevede una serie di impegni da parte di Comune e dell’Asp, che gestisce la rete Sai per l’accoglienza, che conta a Bologna 2.200 posti disponibili.
«Non siamo al punto zero: la Questura ha rafforzato il suo impegno negli ultimi mesi per l’Urp in piazza Galileo, che in sei mesi ha visto l’accesso di 4.039 persone – ricorda l’assessore – Con i sindacati e l’Asp abbiamo istituito un tavolo permanente di confronto per semplificare e rendere questi percorsi di regolarizzazione e integrazione più veloci e umani».

In particolare, ciò che occorre è una risposta integrata per l’inserimento dei migranti. «L’obiettivo è che possano ottenere i permessi soggiorno in tempi più brevi rispetto a quanto visto nell’ultimo triennio. Abbiamo assistito a lungaggini che creano problemi per l’inserimento delle persone, che senza documenti non possono fare formazione, lavorare o avere una casa», denuncia Anna Maria Margutti della Cgil.
«Le parole d’ordine sono promuovere e agevolare», evidenzia Fatima Mochrik della Cisl, sottolineando l’importanza dell’integrazione delle donne attraverso l’insegnamento della lingua italiana.

«Questo protocollo ha orizzonti più larghi, non si occupa solo della prima accoglienza. Vorremmo che queste procedure potessero essere affrontate non come una pena, ma con semplicità», evidenzia Analisa Faccini di Asp, che si occupa della gestione del sito www.bolognacares.it, dove vengono date informazioni ai cittadini che godono di protezione internazionale.
Particolarmente delicata la situazione dei minori non accompagnati. «A volte servono sette mesi tempi di attesa mesi per la nomina tutori, alcuni ragazzi hanno compiuto 18 anni senza che fosse stato nominato un tutore. Questi tempi ci preoccupano molto. Speriamo che si tratti di una fase di transizione e vogliamo credere che le cose miglioreranno a breve», conclude Faccini.

Bologna rispetto agli arrivi ha un sistema collaudato con i 2.200 posti del progetto Sai, «che le consente di reggere l’urto e offrire un’accoglienza vera che guardi all’integrazione», assicura Rizzo Nervo parlando dei migranti arrivati dall’hot spot di Lampedusa. «Continuiamo a chiedere un più forte impegno dell’Europa e del nostro Paese per l’accoglienza di queste persone. Noi facciamo la nostra parte garantendo un’accoglienza non solo dignitosa, ma all’interno di una prospettiva di inclusione e di cittadinanza – continua l’assessore – Bologna chiede che la questione del Mediterraneo diventi una questione europea. È giusto appurare le responsabilità su Cutro, ma noi facciamo nostra parte e non ci limitiamo a commenti politici, per dimostrare come un’accoglienza strutturata sia possibile», conclude.

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Fonte: Agenzia Dire