La notizia è arrivata in Italia nella notte: le cittadine e i cittadini cileni hanno bocciato al 60% la nuova Costituzione del Paese. Eppure, il processo che ha innescato la voglia di modificare la carta fondamentale scritta sotto il dittatore Augusto Pinochet era scaturita dalle proteste popolari e, in questa onda progressista, aveva portato alla vittoria della sinistra alle ultime elezioni, incoronando presidente Gabriel Boric.
A spiegare ai nostri microfoni i fattori che hanno portato all’esito referendario negativo è Juan Contreras, esule cileno da molti decenni in Italia.

Bocciata al referendum la nuova Costituzione del Cile

«Abbiamo perso una battaglia importante, le forze progressiste hanno avuto un arretramento dovuto a molteplici cause», osserva Contreras. Tra queste, sicuramente c’è l’eredità del precedente governo di destra, che ha lasciato una situazione economica molto difficile a cui Boric non è riuscito a dare risposte in così poco tempo.
Ma Contreras non fa sconti nemmeno al fronte progressista: «È anche responsabilità della divisione delle forze progressiste – osserva l’esule cileno – Purtroppo è un virus che fa strage in tutto il mondo».

Il voto al referendum, dunque, potrebbe aver espresso un malcontento che non riguarda solamente la nuova Costituzione su cui cittadine e cittadini erano chiamati ad esprimersi.
In particolare, una parte consistente della popolazione cilena non accetta i nuovi diritti introdotti dalla carta, come il riconoscimento di genere o la nazionalità delle popolazioni indigene. «La destra, prevedendo il pericolo di perdere tutti i privilegi che aveva con la Costituzione di Pinochet – rimarca Contreras – ha investito molto in questa campagna. Avevano già il controllo dei mezzi di comunicazione e sono stati molto aggressivi. Ad esempio è stato picchiato anche il fratello del presidente».

La strada del Cile per superare la Costituzione di Pinochet, però, non è finita. Dal momento che il referendum precedente aveva registrato un 80% di cilene e cileni che chiedevano una nuova Costituzione, le possibilità rimaste in campo sono due: «O si parlamentarizza la scrittura della Costituzione o si fa una nuova costituente. Di sicuro le forze progressiste continueranno a chiedere una nuova Costituzione».

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