Uno dei rischi concreti che stiamo correndo in questa pandemia è quello di guardare il dito e non la luna. E così, andando in ordine sparso, con ciascuno Stato che fa egoisticamente per sé e in assenza di una strategia comune globale in quella che è una pandemia globale, ciò che i Paesi ricchi decidono non solo rischia di essere ingiusto, ma persino controproducente per l’effettiva uscita dal problema. A dirlo è nientemeno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che ieri ha dato un nuovo stop alla terza dose di vaccino, il cosiddetto “booster”.

L’Oms: «La terza dose senza vaccinare i Paesi poveri può favorire le varianti»

«Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose», ha detto ieri Soumya Swaminathan, chief scientist dell’Oms, secondo cui la priorità al momento deve essere quella di aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno avuto accesso ai vaccini.
Oltre a non essere al momento necessaria, secondo l’esperta la terza dose potrebbe essere addirittura controproducente: «Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perché non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l’emergere di nuove varianti».

La posizione è stata ribadita da Bruce Aylward, un altro esperto dell’Oms: «Ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto. Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione».
Il messaggio dell’Oms è rivolto in particolare a chi, come Israele, Germania e Stati Uniti, pur in assenza di precise evidenze scientifiche, ha deciso di procedere con la terza dose, mentre nei Paesi poveri è vaccinato circa l’1% della popolazione e i numerosi decessi tra medici e infermieri rendono ancora più fragili i già precari servizi sanitari nazionali.

L’amministrazione statunitense ha ufficialmente respinto l’appello dell’Oms e ha prenotato fino al 2023 ben 1,3 miliardi di dosi che corrispondono a circa 5 dosi per ogni cittadino americano.
Il Canada ha prenotato 450 milioni di dosi pur avendo meno di 40 milioni di abitanti. L’Unione Europa, tra le dosi già acquistate, e quelle che le arriveranno, avrà a disposizione entro il 2023, 3 miliardi di dosi, pari a circa 6,6 dosi a persona.

IL COMMENTO DI VITTORIO AGNOLETTO: