È nata cinque giorni fa H.o.me (Hub di Organizzazione Meticcia), l’occupazione in via Borgolocchi a Bologna, cominciata venerdi 29 aprile e organizzata dal collettivo Luna e dal sindacato Adl Cobas.
L’aria sembra essere, però, abbastanza instabile; infatti, durante una giornata di festa come quella di ieri, Primo Maggio, c’è stato un tentatvo di sgombero che Damiano, uno degli occupanti dello stabile in via Borgolocchi ha definito “del tutto pretestuoso”. «Sono arrivati degli agenti speciali dicendo che, su segnalazione di un vicino, avevano visto persone armate». “Armate!” si legge nel post di denuncia pubblicato su instagram dopo l’episodio. «La totalità dei vicini ci porta beni di prima necessità, cibo, viene a vedere il posto e è ben contenta anche perchè dopo 6 anni qui la situazione è ridotta all’abbandono». Modalità che, insomma, sono sembrate abbastanze stravaganti alle occupanti e agli occupanti dello stabile in via Borgolocchi che, ci tiene a sottolineare Damiano, continuano a resistere.
H.o.me, l’occupazione di via Borgolocchi invita ad un’assemblea pubblica
L’occupazione si inserisce in continuità con quella in via Capo di Lucca, organizzata sempre dal collettivo Luna e rivolta a lavoratrici, studenti e in generale al mondo del precariato. Lo scopo è quello di denunciare l’emergenza abitativa esplosa a Bologna, città ormai dominata da una vera e propria “logica speculativa”, ci racconta sempre Damiano, «per cui la città è ormai in mano agli Airbnb che sono migliaia e paradossalmente è più fruibile ai turisti e non a chi ci vive».
E a raccontarlo è prorprio una delle persone che ha trovato rifugio a H.o.me, in via Borgolocchi, Aboubakar Diaby, arrivato a Bologna dal Senegal il 6 febbraio. Più di ogni altra occupazione questa si può definire meticcia perchè tiene insieme le difficoltà dei cittadini e delle cittadine che vivono nel precariato, e delle persone migranti che sbarcano sulle coste. Diaby lavora con un contratto all’aeroporto, carica e scarica bagagli, ma fino a qualche giorno fa non aveva dove dormire. «I turisti trovano casa e noi non ce l’abbiamo, dormiamo fuori. Siamo in questa situazione da mesi», ha raccontato Diaby in un post su instagram pubblicato dal sindacato e dal collettivo. La colpa, secondo Damiano, è «delle politiche del governo che hanno sdoganato un linguaggio sempre più razzista per cui ormai chi affitta o vende casa risponde tranquillamente che non vuole migranti o persone straniere».
E proprio per tenere vivo il dibattito sulla questione migratoria, giovedi 4 maggio, Luna e Adl Cobas hanno organizzato un’assemblea pubblica, «con lo scopo di vivere in maniera pù collettiva questo spazio in un momento condiviso e dimotrare che questi spazi possono essere rigenerata», ci ha detto Damiano. Ma soprattutto vuole essere un incontro perchè Bologna costruisca una risposta efficace alle recenti mosse del governo Meloni. «Venerdi si è votato il decreto Cutro a Roma e pensiamo sia tempo di dare una risposta a questo governo ideologico. Con il decreto cutro si è eliminata la protezione speciale e questo non fa altro che alimentare un clima di insicurezza e clandestinità per migliaia di persone».
ASCOLTA L’INTERVISTA A DAMIANO:
Sofia Centioni