Aveva sollevato grande clamore e indignazione lo “sfratto” che la Sub Cave di Pecos, al secolo Gian Luca Grazioli, aveva ricevuto dai locali di Scandellara in cui, da 39 anni a questa parte, presta servizio per le band musicali bolognesi con sale prove e di registrazione.
L’eco della notizia, però, pare aver sortito un effetto. Nell’incontro con il Quartiere, avvenuto questa mattina, Pecos ha ricevuto alcune rassicurazioni: non dovrà traslocare tutta l’attrezzatura, ma grazie a un patto di collaborazione potrà lasciarla lì in attesa di un bando di assegnazione degli spazi.

Una prima rassicurazione sugli studi musicali di Scandellara gestiti da Pecos

Il problema nasce dopo che, nel 2015, è scaduta la convenzione che, per assegnazione diretta, concedeva all’assocazione Sub Cave di Grazioli l’utilizzo degli spazi, adibiti a sala prove e di registrazione.
L’Amministrazione, ha spiegato ai nostri microfoni lo stesso Pecos, non poteva rinnovare la convenzione poiché i locali necessitavano di una ristrutturazione. Questa è effettivamente avvenuta, perché il fonico ha preso parte a un percorso partecipato e il suo progetto è risultato vincitore, al punto da ottenere il finanziamento per effettuare i lavori.

Venerdì scorso, però, aveva ricevuto una mail con cui l’Amministrazione chiedeva di sgomberare i locali di tutta l’attrezzatura in attesa di un bando per l’assegnazione degli spazi. È questo messaggio che ha gettato in allarme Pecos, impossibilitato a traslocare in poco tempo un’ingente quantità di strumenti e apparecchi musicali.
«Oggi mi è stato assicurato – racconta ai nostri microfoni – che con un patto di collaborazione posso lasciare la strumentazione lì. C’è stato un errore del Quartiere, che ha inviato una comunicazione standard».

Scongiurato il trasloco dell’attrezzatura, però, la questione non è completamente risolta. L’Amministrazione afferma che, a causa della legislazione vigente, non è più possibile procedere con un’assegnazione diretta degli spazi. Pecos, quindi, dovrà partecipare a un bando e vincerlo, in modo da poter tornare a svolgere le proprie attività.
Il fonico si mostra ottimista, anche se resta l’incognita di qualche altro soggetto che potrebbe partecipare e vincere il bando. Il recente caso di Vicolo Bolognetti, dove il Tar ha accolto il ricorso di una cordata di associazioni che hanno contestato l’assegnazione a Làbas, è uno spauracchio che aleggia sulla questione.

Per adesso, però, le acque si sono calmate e Pecos si dice «commosso per tutta la solidarietà ricevuta, si vede che in tutti questi anni ho lasciato qualcosa».
E pensa già al futuro: «Chissà che con l’entusiasmo della riapertura non si possa tornare a fare Scandallara Rock», il festival che per 17 edizioni ha animato le serate del parco prospicente le sale prove.

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