Da un lato la notizia che il cantiere del Passante di Bologna non ridurrà la portata delle attuali autostrada e tangenziale, dall’altro la nascita di una cabina di regia, guidata dal sindaco metropolitano Matteo Lepore, che avrà lo scopo di coordinare tutte le questioni aperte dall’inizio dei lavori, come la realizzazione delle mitigazioni e i disagi per cittadini e imprese. Sono queste le novità emerse dopo il tavolo di confronto di oggi in Regione Emilia-Romagna sull’allargamento dell’autostrada che attraversa la città, cui hanno preso parte il sindaco di Bologna Lepore, l’ad di Autostrade Roberto Tomasi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Passante, durante i lavori del cantiere si avrà lo stesso numero di corsie

È lo stesso Tomasi a spiegare l’importanza strategica per tutta Italia del Passante di Bologna e del perché, per un nodo così importante, non sono immaginabili chiusure parziali o totali delle attuali corsie (due per tangenziale e tre per autostrada per ogni senso di marcia). In caso contrario si creerebbe un intasamento che produrrebbe effetti disastrosi per un nodo importante come quello di Bologna. Ecco perché Autostrade ha sempre spinto per il progetto poi approvato e non, ad esempio, per progetti alternativi come quello voluto dalla destra, il cosiddetto “Passante Sud”.

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Dal canto suo, il sindaco Lepore afferma di aver ottenuto rassicurazioni da parte di Autostrade per quanto riguarda tutte le opere accessorie del Passante, le cosiddette mitigazioni ambientali. «Abbiamo chiesto di accelerare – ha affermato Lepore – Alcune mitigazioni possono essere anticipate, come le piantumazioni e le forestazioni». Per altre, invece, servirà che sorgano le infrastrutture previste dal progetto.
Il primo cittadino ha ribadito che, nell’anno che ci divide dall’inizio dei lavori, verranno installate le centraline per la rilevazione dell’inquinamento e si faranno valutazioni di impatto ambientale e sanitario.

In questi giorni, inoltre, è nata una cabina di regia che, sulla scorta di quella realizzata per il tram, dovrà occuparsi di tutte le questioni connesse al Passante, in particolare per assicurarsi che le mitigazioni vengano realizzate, che l’impatto sulla vita della città sia il minore possibile e per ristorare quelle attività e quelle comunità che subiranno maggiori disagi dal cantiere. A presiederla sarà lo stesso Lepore, in qualità di sindaco metropolitano, insieme a Valentina Orioli.

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Le 5 domande degli ecologisti a Lepore e Bonaccini

Se le istituzioni tirano dritto, gli ecologisti non demordono. E proprio sul Passante c’è chi ha elaborato 5 domande rivolte a Lepore e Bonaccini. Si tratta di Bologna For Climate Justice, associazione fortemente contraria all’infrastruttura.
«Sono 5 delle tante domande che prima o poi vorremmo riuscire a porre a sindaco e presidente della Regione – osserva ai nostri microfoni Marco Palma di Bologna for Climate Justice – Finora si sono riufiutati di rispondere».
L’associazione continua a ritenere l’opera “irricevibile”, specie in un contesto come quello della crisi climatica che imporrebbe di cambiare completamente investimenti e strategie.

E allora ecco le 5 domande: «Perché rifiutano di fare una Valutazione di Impatto Sanitario dell’Infrastruttura? Perché non spiegano se e come l’aumento di emissioni causato dall’allargamento del Passante di Mezzo sarebbe coerente con l’impegno della città di Bologna a essere carbon-neutral entro il 2030? E come saranno conteggiate queste emissioni dall’amministrazione comunale? Perché non ci sono ancora le centraline di rilevazione della qualità dell’aria? Perché non commentano gli studi internazionali sulla ‘domanda di traffico indotta’ e i casi studio come quello di Houston (USA) dove, dopo l’allargamento dell’autostrada urbana a 20 corsie, i tempi di percorrenza sono aumentati del 30%?».

Anche Bologna for Climate Justice parteciperà alla manifestazione del 22 ottobre, che si svolgerà proprio nella nostra città dopo la convergenza creata tra associazioni ecologiste, Fridays for Future, Rete per la Sovranità Alimentare e Collettivo di Fabbrica della Gkn.
Una lotta che si presenta come intersezionale, perché i problemi dell’oggi sono interconnessi e riguardano la qualità della vita, dell’ambiente, del lavoro e anche del cibo che mangiamo.

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