Città che dichiarò l’emergenza climatica, Bologna onora la memoria di ‘Albero Lepore’ e ‘Albero Bonaccini’, piante partigiane che con radicata determinazione difesero la salute delle/dei bolognesi lungo le balze inquinate del Passante di Mezzo. Con vigore rivendicarono una valutazione di impatto sanitario sull’infrastruttura che attraversa Bologna, rifiutandosi di soggiacere alla prepotenza di chi vuol asfaltare questa terra. Alzarono alta la loro voce a tutela della salute dei cittadini e del futuro delle prossime generazioni, e per la loro degna opposizione la Bologna ecologista qui ne ricorda le ribelli gesta”.
Così recita la targa commemorativa affissa all’entrata di Palazzo d’Accursio – nella mattinata di oggi 13 aprile – dagli ecologisti di AMO Bologna, Bologna for Climate Justice ed Extinction Rebellion. Ad essere ricordati sono due alberi – battezzati Lepore e Bonaccini – piantati il 21 marzo nei pressi del cantiere del Passante di Mezzo e prontamente rimossi dalle istituzioni il giorno successivo.

«L’obiettivo dell’iniziativa di oggi è lo stesso della piantumazione dei due alberi – afferma Luca Tassinari, attivista di AMO Bologna – ossia ribadire la nostra richiesta, rivolta all’amministrazione locale e a quella regionale, di effettuare una Valutazione di Impatto Sanitario sul progetto di allargamento del Passante di Mezzo. La prima richiesta risale a 14 mesi fa, ma nessuno si è mai degnato di risponderci. Se ci avessero ascoltato oggi avremmo già risultati, perché una valutazione del genere richiede dai sei agli otto mesi per essere completata»

Perché gli ecologisti chiedono la valutazione di impatto sanitario per il Passante di Mezzo

Una valutazione di impatto sanitario serve a valutare cosa ha comportato in passato un determinato progetto in termini salute e inquinamento (CO2, particolato, etc) e usare questi dati come parziali input per modelli che restituiscano previsioni sul futuro a seconda delle scelte progettuali effettuate. «È importante sapere cosa significherà avere il passante allargato o non averlo – continua Tassinari – e cosa comporterà raggiungere o meno gli obiettivi ambiziosi del Comune di Bologna di ridurre il traffico veicolare in città o – ancora – potenziare il servizio ferroviario metropolitano, un’opera che aspetta da 30 anni senza che si faccia assolutamente nulla. »

A detta degli attivisti in presidio sotto Palazzo d’Accursio, il progetto impatterà direttamente sulla salute e la vita di 80 mila persone – quelle che abitano nelle zone adiacenti al passante – e indirettamente sull’intera popolazione metropolitana: «per questo torneremo qui sotto lunedì 17 aprile – conclude Tassinari – facendo rumore con qualsiasi oggetto possibile, per rispondere al silenzio assordante delle istituzioni e dare voce alla città di Bologna, cosa che non ha fatto chi avrebbe il dovere di rappresentarla».

Non è solamente la risposta negativa alla richeista di effettuare una nuova valutazione d’impatto – da parte di Comune e Regione – ad aver incendiato gli animi della Bologna ecologista, ma anche il fatto che questa non-risposta non sia stata minimamente motivata. Un dubbio, quindi, aleggia tra gli attivisti: «Probabilmente pensano che una nuova valutazione smentirebbe le garanzie di sostenibilità con cui presentano il progetto, vendendolo come green e sostenibile, specie in tempi di crisi ecologica», afferma Marco Palma, portavoce di Bologna for Climate Justice.
Una valutazione d’impatto sarebbe stata anche fatta, in quanto obbligatoria, nelle fasi preliminari del progetto, ma «è piena di indicazioni piuttosto vaghe – esordisce Pasquale Menditto di Extinction Rebellion – Vi invito ad andare a vederla: sostiene che nel lungo periodo le emissioni diminuiranno perché le persone saranno via via più portate ad acquistare veicoli a basse o nulle emissioni. Qualcosa di completamente insensato».

Ad essere nel mirino degli attivisti e delle attiviste, tuttavia, non è solamente il metodo con cui è stata gestita finora la questione del passante, ma più in generale il modo con cui tutte le politiche climatiche e di sviluppo vengono implementate in questo paese. O meglio ancora, il modo in cui vengono imposte: «Questo progetto è l’emblema del vuotismo delle politiche, sia a livello regionale che locale – ammonisce Menditto – e di un modello di sviluppo fallimentare che cala dall’alto le proprie decisioni, senza prendere minimamente in considerazione la partecipazioni di coloro che vedranno le proprie vite direttamente impattate da esso. Questo progetto è puramente un favore alla società Autostrade».

ASCOLTA LE PAROLE DI LUCA TASSINARI E MARCO PALMA:

Andrea Mancuso