Il Forum Diritti-Lavoro presenterà un esposto all’Ispettorato del Lavoro di Milano contro il ricorso al lavoro gratuito di Expo 2015 Spa per il grande evento che partirà il primo maggio. La fruizione di lavoro non retribuito è il risultato di un accordo siglato da società, Enti Locali e da Cgil, Cisl e Uil.
Un esposto contro “il ricorso massiccio al lavoro gratuito” ad Expo 2015, che potrebbe costituire “uno dei furti di legalità più importanti di tutta la manifestazione”. A presentarlo sarà, nei prossimi giorni, il gruppo di giuristi del Forum Diritti-Lavoro.
L’esposto sarà inviato all’Ispettorato del Lavoro di Milano e avrà per oggetto quello che si profila essere un ricorso massiccio al lavoro non retribuito per “le ordinarie mansioni di assistenza fieristica dell’Expo”. E che, secondo il Forum, non è legittimo.
I punti su cui è incentrato l’esposto sono diversi. Ciò che si contesta, nello specifico, è l’allegato 5 del protocollo d’intesa siglato nel 2013 da società, Enti Locali e sindacati confederali, che prevede appunto l’utilizzo di centinaia di volontari durante il grande evento.
“Da un lato – spiega l’avvocato Carlo Guglielmi, presidente del Forum Diritti-Lavoro – nel nostro ordinamento il lavoro si presume svolto a titolo oneroso e ci sono già diverse pronunce della Cassazione, secondo la quale non è sufficiente dare il nome di volontariato ad un’attività perché si possa non retribuire”.
Dall’altro è proprio la legge quadro che disciplina il volontariato a rendere impossibile l’operazione di Expo.
“La legge prevede che non solo il volontariato sia gratuito e spontaneo – continua Guglielmi – ma deve essere essero svolto con fine solidaristico e attraverso organizzazioni che abbiano questa natura giuridica prevalente”.
Expo, dunque, non potrà mai avere i requisiti in virtù della propria ragione sociale, né potrà avvalersi di associazioni di volontariato per questo fine. Ciò, secondo il Forum Diritti-Lavoro, perché l’attività svolta non è a fini solidaristici, ma di lucro, e perché le mansioni che i volontari dovrebbero svolgere, dallo sbigliettamento all’accoglienza del pubblico, sono perfettamente inseribili nel quadro del contratto nazionale di lavoro.
Stupisce, dunque, che a firmare l’accordo siano stati anche i sindacati confederali, in particolare la Cgil e la Uil, in polemica col governo sul tema del Jobs Act. “In realtà il modello su cui si sta muovendo Renzi – conclude Guglielmi – non è altro che il protocollo sul lavoro Expo del 2013 che hanno firmato loro”.