L’Unione Atei e Agnostici Razionalisti commenta l’elezione del cardinal Bergoglio a papa ponendo l’accento sulla sua posizione contro i matrimoni gay e guardando il passato conservatore, se non reazionario del nuovo pontefice. Attesa invece per il Parlamento che si insedierà domani, “il più laico degli ultimi tempi”.

Bergoglio eletto Papa: il commento dell’UAAR

Dopo il velocissimo conclave e l’elezione del cardinale Jorge Mario Bregoglio, papa Francesco I, a pontefice, si cerca di capire attraverso il suo curriculum chi è l’uomo che ora guiderà la Chiesa cattolica. Argentino di origine italiana, Bregoglio è il primo gesuita a salire sul trono di Pietro.
Nella sua storia personale, Bregoglio ha avversato la Teologia della Liberazione, il movimento cattolico progressista della Chiesa sudamericana, e, più recentemente, il governo di Cristina Kirchner, ma c’è un’ombra ancora più inquietante: quella della connivenza o, nel migliore dei casi, della non opposizione alla dittatura argentina di Jorge Rafael Videla.
In un libro del giornalista argentino Horacio Verbitsky, intitolato “L’isola del silenzio”, si ricostruiscono infatti alcuni episodi poco chiari della responsabilità dell’allora cardinal Bergoglio nella tortura di due preti della Teologia della Liberazione.

Venendo ai temi attuali, il cardinal Bregoglio ha avversato i matrimoni gay, definendoli “una pretesa distruttiva, contraria al piano di Dio” e “una macchinazione del padre della menzogna, che cerca di confondere e ingannare i piani di Dio”.
Questo fa dire all’Uaar (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) che non è tutto oro quel che luccica.
“Aldilà della scelta del nome – spiega ai nostri microfoni Roberto Grendene dell’associazione laica – il passato del nuovo papa ci fa dire che è conservatore, se non reazionario”.
L’Uaar, però, non vuole mettere il carro davanti ai buoi e aspetta di giudicare l’operato del pontefice dalle scelte che intraprenderà. Per ora, osserva l’associazione, è un’operazione di marketing.
“Ci aspettiamo che il richiamo all’umiltà si traduca con l’abolizione dello Ior – osserva Grendene – e che quello alla fratellanza si traduca con il rispetto delle scelte individuali”.

Più che verso papa Francesco I, però, la speranza degli atei e agnostici si rivolge verso il nuovo Parlamento, che si insedierà domani.
“Aldilà dei problemi di governabilità – commenta Grendene – questo è forse il parlamento più laico degli ultimi decenni. Speriamo che abbia intenzione di aprire una discussione ad esempio sull’abolizione del concordato. Sarebbe un segnale di cambiamento”.