Dopo sei Stati europei anche l’Italia ha votato oggi per il riconoscimento della Palestina. Alla Camera sono state approvate due mozioni contrastanti che da una parte sostengono la costituzione di uno Stato palestinese, ma dall’altra lo subordinano ad un’intesa politica tra Hamas e Al-Fatah, che a sua volta riconosca l’esistenza di Israele.

Dopo Svezia, Francia, Inghilterra, Spagna, Romania e Irlanda arriva anche l’Italia. Il Bel Paese oggi ha riconosciuto simbolicamente lo Stato palestinese, ma lo ha fatto a modo suo, con tutte le contraddizioni del caso. Da una parte infatti l’Italia riconosce la Palestina, ma dall’altra la subordina al riconoscimento dello stesso Israele da parte di Hamas e Al-Fatah.
Dopo una lunga discussione alla Camera oggi si è deciso di approvare due mozioni presentate dal Pd e dall’ Area popolare. Due proposte, ambigue, in cui si fa riferimento alla necessità di continuare a sostenere l’obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto ad Israele. Anche se, come si legge invece nella mozione di Area popolare, il riconoscimento in questione dovrà essere subordinato al raggiungimento di un’intesa politica tra il gruppo islamico Hamas e il suo antagonista Al-Fatah che, attraverso il riconoscimento dello Stato d’Israele, determini le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese.

“Due popoli, due Stati”. Il diritto da una parte dei palestinesi a poter avere un proprio Stato, e dall’altra il diritto degli israeliani a poter vivere in sicurezza. Sarebbe dunque questo ora l’intento italiano, ribadito ufficialmente dal governo, in cui dovrà impegnarsi il Paese. “Il governo accoglie con favore l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti” ha annunciato alla camera il ministro degli esteri Paolo Gentiloni.

Ora però resta solo da capire se l’approvazione delle due mozioni alla Camera, che dicono cose differenti, determinerà un vero e proprio riconoscimento reale della Palestina da parte del governo. L’unico organo in grado di avviare delle relazioni diplomatiche con un nuovo Stato. “L’Italia è uno dei Paesi più indietro nella lotta per il riconoscimento per la Palestina, e per giunta approva risoluzioni contrastanti – spiega Michele Giorgio, direttore di Nena News Agency -. Pensare di legare il riconoscimento dello Stato palestinese ad un accordo obbligatorio con Israele è davvero molto pericoloso. Tutti infatti sanno che con questo governo israeliano, che avrà tutte le possibilità di essere riconfermato, è difficile anche solo immaginare che si possa raggiungere un’ intesa per creare uno stato palestinese”. Uno Stato palestinese, quello che lo stesso governo, come dichiarato da Gentiloni, si impegna a sostenere, che di fatto non può letteralmente nascere.

“Nessuno degli stati europei, che ha approvato il riconoscimento della Palestina, ha mai specificato che cosa s’intende per Stato palestinese – continua il giornalista -. Uno Stato che sul terreno, a fronte della continua colonizzazione israeliana in Cisgiordania, non potrà mai nascere. Ma quale stato bisognerebbe creare in una situazione del genere?”. Da una parte dunque, come conclude Michele Giorgio, c’è una magra soddisfazione per un riconoscimento, seppure simbolico, dall’altra però c’è la consapevolezza della totale mancanza di una discussione rispetto alla natura dello stato palestinese che si vorrebbe far nascere.