Hanno cominciato ieri e continuano anche oggi con un presidio che vuole essere permanente. Sono cittadine e cittadini del Comitato No Palazzoni Due Madonne, che si oppongono alla realizzazione di tre “ecomostri” di undici piani per cui è cominciata la realizzazione. Ma, oltre alla contrarietà all’opera, la ragione per cui i residenti e non solo protestano è perché tra i laterizi del cantiere è stato rinvenuto amianto e il comitato esige che i lavori di costruzione dei palazzoni si fermino almeno fino a quando non sarà completata la bonifica.

Palazzoni Due Madonne, la battaglia contro gli «ecomostri»

La vicenda del progetto dei palazzoni in costruzione nel villaggio Due Madonne ci viene ricostruita da Alessandro Bernardi del comitato, che ricorda come, durante la campagna per le primarie per la candidatura del centrosinistra a sindaco, Matteo Lepore, intercettato da cittadine e cittadini, avesse definito «ecomostri» i palazzi che volevano essere costruiti al posto di uno stabilimento di un’azienda trasferitasi altrove e avesse promesso di fare di tutto affinché il progetto venisse bloccato.
«Qualche giorno dopo Lepore, che era assessore, approvò in Giunta il progetto», osserva Bernardi.

La cantierabilità dell’opera viene approvata lo scorso 16 agosto, ma nel frattempo si è costituto il Comitato No Palazzoni Due Madonne, che ha raccolto 300 firme per l’indizione di un Consiglio di Quartiere aperto ai cittadini.
«Le altre case della zona sono alte appena tre piani – osserva Bernardi – Costruire palazzoni di undici piani, giustificati con la necessità di non consumare suolo, significa togliere aria e luce agli altri cittadini. Ci sono condomini che avevano intenzione di installare pannelli fotovoltaici sui propri tetti, ma ora non potranno più farlo perché saranno oscurati».

Il nuovo fronte della protesta: la bonifica dell’amianto

Se il progetto veniva contestato prima, ora che tra i laterizi del cantiere è stata rinvenuta la presenza di amianto, materiale pericoloso perché ritenuto causa del mesotelioma pleurico, un tumore dei polmoni che si può sviluppare anche diversi anni dopo l’inalazione delle fibre di amianto.
«Siamo venuti a conoscenza della presenza di amianto prima del Comune», sottolinea Bernardi, che fa presente che a pochi metri dal cantiere è presente una scuola dell’infanzia.

Proprio ieri gli assessori all’Urbanistica e all’Istruzione, Daniele Laudani e Daniele Ara, hanno firmato una lettera indirizzata alla dirigente scolastica dell’Ic 9, in cui veniva informata del rinvenimento dell’amianto e dell’inizio delle operazioni di bonifica.
«Nella lettera viene data la sola comunicazione della presenza di amianto e dell’inizio odierno della bonifica – sottolinea il Comitato – senza alcuna indicazione delle procedure di tutela e della durata – almeno prevista – dei lavori».

Per queste ragioni i cittadini e le cittadine hanno iniziato il presidio permanente, chiedendo che gli scavi e gli altri lavori che non riguardino la bonifica dell’amianto siano interrotti. Più in generale, il comitato chiede che venga ridiscusso l’intero progetto dei palazzoni e che l’Amministrazione risponda a tutte le domande poste dai cittadini non più tardi di mercoledì scorso, durante il Consiglio di Quartiere, sulla necessità del progetto, sui danni arrecati a loro e all’ambiente dalla realizzazione stessa dell’opera.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO BERNARDI: