La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla pagina Facebook aperta da Hobo per denunciare gli abusi dei baroni universitari. Il collettivo: “È un attacco alla libertà di espressione, quella non è una black list”. L’assessore De Biasi: “Fate anche una white-list”.

La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla pagina Facebook aperta dal collettivo Hobo, “Spotted: Professori Unibo “, per segnalare gli abusi dei baroni universitari. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini fa sapere che la pagina era stata da subito individuata dalla Digos che ha trasmesso una nota in Procura.
Pronta la reazione degli studenti, che dai nostri microfoni definiscono l’azione della Procura “un attacco alla libertà di espressione“.

“Quella pagina è nata come strumento dal basso per valutare e segnalare gli abusi e le ingiustixie che le baronie mettono quotidianamente in atto sfruttando il loro potere – spiega Loris di Hobo – Questa pratica non è stata inventata da noi, ma è presente in molte nazioni del mondo da molti anni”.
Hobo non ci sta, quindi, a veder bollata la propria iniziativa come “lista di proscrizione” o “black list“, come invece è stata descritta da molti organi di informazione.

In mattinata, sullo stesso tema, è intervenuto anche l’assessore provinciale all’Istruzione Giuseppe De Biasi, che ha messo l’accento sul rischio di “degenerazione violenta” di iniziative di questo tipo e ha sfidato il collettivo a fare anche una “white list”, ovvero una lista di professori virtuosi.
“La nostra ‘white list’ avviene ogni giorno – ribatte Loris – dal momento che da sempre siamo intrecciati al lavoro di ricercatori e professori precari che puntano sul metodo cooperativo per la produzione di saperi”. Nessun rischio, invece, secondo il collettivo per una degenerazione violenta: “Le nostre contestazioni avvengono pubblicamente e a volto scoperto”.