Oksana Lyniv ha aperto ufficialmente la Stagione Sinfonica 2022 della fondazione lirico-sinfonica bolognese all’Auditorium Manzoni con un programma intenso che ha visto protagonista della prima parte il violinista ventenne Giuseppe Gibboni, vincitore della 56esima edizione del Premio Paganini di Genova, solista nel Concerto per violino e orchestra n. 1 in re maggiore op. 6 di Niccolò Paganini. La seconda parte, tutta orchestrale, è stata dedicata alla Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore di Anton Bruckner.

L’arrivo della nuova direttrice musicale al Teatro Comunale di Bologna ha incuriosito ed entusiasmato il pubblico amante della musica che ha riempito completamente gli oltre 1200 posti dell’Auditorium Manzoni per conoscerla ed apprezzarne l’operato. La serata è stata densa di emozioni e, osservando la gestualità di Lyniv e ponendo attenzione a come essa si traducesse in suono, si percepiva una estrema chiarezza nel progetto interpretativo, un’ ottima intesa tra direttrice e orchestra e una qualità alta nell’esecuzione artistica.

Il concerto di Paganini per violino e orchestra n. 1 in re maggiore opera 6 si è aperto con un Allegro maestoso con solenni squilli di trombe e, una volta creato il clima marziale, sempre alternati a momenti lirici, si è innestato il giovane solista Giuseppe Gibboni che ha fatto sospendere il fiato all’uditorio eseguendo mirabolanti passaggi tecnici della partitura con divertita giocosità. L’equilibrio dell’esecuzione si nota nel passaggio tra i diversi umori che il primo movimento attraversa come nell’alternanza tra le gioiose agilità e melodie strazianti e appassionate e nei passaggi tra il solista e il ritorno al “tutti” in fortissimo con la ripresa dei temi in modo marziale e solenne. Magnifica la coda solistica eseguita con sicurezza e leggerezza. L’Adagio espressivo spesso paragonato alla classica situazione da melodramma nelle prigioni in cui l’eroe o l’eroina invoca la “bella morte”, presenta un tema malinconico e cantabile mentre l’orchestra resta in sottofondo con grave e drammatica solennità. Infine il Rondò (Allegro spiritoso) chiude il concerto suscitando stupore e meraviglia per le difficoltà tecniche che il solista affronta e risolve. In alcuni passaggi è incantevole sentire la voce squillante del violino eseguire passaggi narrativi e lirici nel registro acuto mentre gli archi eseguono accordi e cupi e ritmici nel registro grave. Magnifici gli squilli di tromba che sottolineano la chiusa di diversi interventi solistici e infine le chiusa affidata al timbro più scuro del trombone in un dialogo continuo tra solista e orchestra che offre spazio all’emersione di infiniti particolari timbri o melodie ora in sottofondo e ora in primo piano, con un dosaggio di volumi e intensità emotiva che in ogni istante rende chiaro il disegno musicale autoriale.

Giuseppe Gibboni, sommerso dagli applausi, concede due bis: prima Bach che pone l’uditorio in uno stato di ascolto attivo e meditativo, poi ancora il Capriccio n. 24 di Niccolò Paganini che riporta l’attenzione sulle difficoltà tecniche e sul divertimento della musica e che la musica arreca. Gibboni impeccabile e coinvolgente dimostra di essersi pienamente meritato il primo premio e il premio speciale per la migliore interpretazione dei Capricci di Paganini all’ultima edizione del Premio Paganini di Genova.

Nella seconda parte del concerto l’orchestra esegue la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore di Anton Bruckner tutta centrata sul protagonismo dei fiati, in particolare dei corni. Il primo tempo Mosso non troppo veloce doveva evocare per l’autore un “quadro romantico di una città medievale”. Tutto parte da un tema generatore del corno che “annuncia l’alba di un nuovo giorno dall’alto del municipio”. La successione dei temi crea la sensazione che la musica stessa si proponga come grande costruzione architettonica innalzandosi ed espandendosi con i crescendi e le grandi esplosioni improvvise del “tutti” in momenti melodici di grande respiro in cui resta sempre la tensione dei timpani in pianissimo. In straordinari momenti di pianissimo generali emergono, in precisi momenti descrittivi del paesaggio architettonico generale, i timbri dei fiati solisti, ora l’ottavino canta, poi squillano le trombe, di nuovo riemergono i corni.

Il secondo movimento è un Andante quasi allegretto che il programma redatto da Giovanni Gavazzeni descrive come una marcia quasi funebre in Do minore di grande effetto melanconico. Sul tessuto connettivo degli archi cantano sempre i fiati. Poi il canto passa ai secondi violini sul pizzicato ritmico del primi violini per ritornare ai fiati in alternanza di timbri sempre con la pulsazione costante dei timpani a mantenere la tensione emotiva. Il terzo movimento è uno Scherzo con l’indicazione di Agitato. Si tratta di una caccia fantastica e, nel Trio, Bruckner ha creato una melodia come fosse suonata dai cacciatori durante il pasto. I corni e le trombe sono protagoniste in alternanza con momenti melodici degli archi. Di grande effetto l’emergere degli squilli di trombe e tromboni sul finale scanditi da ampie arcate di contrabbasso e infine la ripresa conclusiva dei violini. Il Finale è come l’apoteosi di una festa popolare, con la modifica continua dei materiali tematici che si susseguono velocemente lasciando come un eco di tutto quello che si è precedentemente ascoltato sublimandolo ancora in squilli di trombe che pervadono lo spazio in una specie di alleluia innalzato al cielo.

Sobria e discreta Lyniv ringrazia il pubblico e cede ad una violinista il mazzo di fiori che una signora del pubblico le porge a ringraziare tutta l’orchestra che ha supportato la sua visione delle partiture eseguite. Un nuovo corso è iniziato per la nostra orchestra e ci auguriamo che porti, di concerto in concerto, a una qualità sempre crescente. Le novità produttive e organizzative ci sono, basti pensare che il Teatro Comunale di Bologna ha avviato proprio ieri sera la collaborazione con Fonoprint per la sperimentazione di registrazione e post-produzione del suono con sistema Dolby Atmos per l’incisione della 4 sinfonia di Brunchner, ponendosi in prima linea nella ricerca musicale e tecnologica.