Da venerdì 18 a lunedì 21 ottobre, al Cinema Lumière, in piazzetta Pier Paolo Pasolini a Bologna, si terrà la quattordicesima edizione della rassegna cinematografica “CinemAfrica – orgoglio, lotta e libertà“, promossa dal Centro Studi Donati. 11 film e 2 cortometraggi che raccontano un’Africa diversa da quella che comunemente si conosce, fatta di posti lontani e uomini vicini, di storie normali e potenti.

L’intento della rassegna è creare una comunicazione che annulli distanze e crei un sentire comune in un momento in cui l’odio costruisce barriere e l’empatia sembra essersi smarrita dietro i pregiudizi. “Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio”, è la citazione di Nelson Mandela scelta dagli organizzatori.
Tra immagini, suoni e parole il cinema ci immerge in un’altra realtà, ci costringe a sentirla e viverla insieme ai suoi personaggi.

La rassegna si apre con un film su un uomo apparentemente comune, Ryszard Kapuscinski, giornalista e corrispondente di guerra, che nella sua vita ha con molta semplicità e coraggio raccontato tante guerre e tante storie d’Africa. “Another day of life” parla della lotta per l’indipendenza in Angola, ma soprattutto delle persone che fanno la Storia con le loro personali storie.
E sono tutte storie apparentemente comuni quelle che vengono proiettate a seguire. Storie di rifugiati nei campi profughi che cercano un po’ di orizzonte al di là del recinto di filo spinato attraverso i film “Cinema Dadaab“, oppure di un maestro elementare del Marocco, “Razzia“. O ancora di due soldati che si perdono nella jungla e intanto anche nelle loro esistenze, “The mercy of the jungle“.

Fig tree” affronta invece la dinamica della guerra e della libertà attraverso il racconto della regista Davidian, al suo debutto al lungometraggio, e di ciò che ha vissuto in prima persona durante la dittatura etiope.
Lost warrior” parte dalla storia personale di Fathi e Mohammed che, somali e allo stesso tempo inglesi, non possono sentirsi a casa in nessun luogo. Esattamente come i protagonisti del divertente corto “Il mondiale in piazza”, vincitore del premio MigrArti 2018.
Conclude la giornata di domenica “The wedding ring“, un film affatto convenzionale la cui protagonista in Europa è una ragazza qualunque, ma in Niger appartiene a una famiglia ricca e nobile, impegnata nella difficile ricerca di un modo di definire se stessa senza tradire la sua duplice identità.

La rassegna termina con due pellicole appartenenti alla storia del cinema africano, “Muna moto” e “La femme au couteau“, restaurate dalla Cineteca di Bologna.
Infine, proposto in più repliche, il cortometraggio “In the same boat” che ci ricorda, con fotografie indimenticabili, quanto l’odio e la disumanità stiano cambiando la nostra società trasformando i migranti in nemici da combattere, e ci invita con l’eloquenza delle sue immagini a riscoprire quel cuore umano più naturalmente orientato all’amore.

Durante la serata inaugurale – venerdì 18 ottobre alle 21.00 – la visione sarà introdotta da Pietro Veronese, giornalista scrittore ed esperto di Africa, e Mark Leirer, infermiere, cooperante per Medici Senza Frontiere a bordo della nave Aquarius, in Afghanistan e in Repubblica centrafricana, volontario in Senegal, Ghana e Cile.
Saranno inoltre ospiti Luca Jourdan, docente di Antropologia dell’Università di Bologna, Younes El Bouzari, attore della compagnia “Cantieri Meticci di Bologna” e Filippo Ivardi, missionario comboniano, giornalista, direttore del mensile “Nigrizia”.

Alessia Mondelli

ASCOLTA L’INTERVISTA AL DIRETTORE ARTISTICO PIERO FEDRIGA: