«Femminicidio» è un termine tragicamente ricorrente nelle cronache. Settimanalmente leggiamo di donne uccise dal partner, dall’ex compagno, da conoscenti che non sanno accettare un rifiuto. Assieme alle vittime, a patire questi gesti criminali sono spesso anche bambini e bambine, i figli e le figlie di quelle donne. Si stima che siano 2000 le orfane e gli orfani di femminicidio nel nostro paese.

Violenza sulle donne: assieme al centro antiviolenza nasce il piano d’aiuto per gli orfani di femminicidio

«Bambine e bambini, ragazze e ragazzi non considerati dal nostro sistema di welfare, in conseguenza della scarsa rilevanza politica ricoperta nel nostro paese dal tema della violenza maschile contro le donne» scrivono in una nota La Casa delle Donne di Bologna, la coperativa sociale Iside e l’associazione Con i Bambini. Per questo i tre gruppi – assieme ad una molteplicità di partner istituzionali e del terzo settore – hanno lanciato questa mattina «Orphan of Feminicide – Invisible Victim», un’iniziativa di supporto ai e alle giovani che han perso la madre in uno di questi tragici omicidi.

Il progetto, della durata di 48 mesi, prevede attività di sostegno psico-sociale alle orfane e agli orfani, così come misure di accompagnamento, sostegno alla relazione e gestione delle esigenze materiali per le famiglie affidatarie o i caregiver. «Orphan of Feminicide» è attivo in cinque regioni – Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia – e coinvolge partner anche in Campania.

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«Gli interventi progettuali forniscono un sostegno mirato agli/alle orfani e alle loro famiglie in tutte le fasi, già a partire dai momenti immediatamente successivi all’evento traumatico, un supporto specializzato per la riparazione del trauma a medio e lungo termine, percorsi di accompagnamento per il reinserimento sociale e la piena autonomia professionale/lavorativa» scrivono le associazioni organizzatrici. «Tra le azioni progettuali, sono previsti percorsi di sostegno in ambito psico-sociale, psicologico, legale, educativo, psicoterapico, formativo-professionale rivolte agli/alle orfani/e di età compresa tra 0 e 21 anni mentre alle famiglie affidatarie/caregiver vengono offerte misure di accompagnamento e sostegno nella relazione con l’orfano/a e nella gestione delle esigenze materiali».

Nella conferenza stampa di lancio sono stati presentati anche i dati relativi ai soggetti interessati nella nostra regione. I numeri parlano di 35 orfani, l’80% dei quali è figlio o figlia sia dell’autore sia della vittima del femminicidio, e il 45% di loro ha assistito all’omicidio della madre. L’età media delle donne uccise in Emilia Romagna è di 37 anni.

«Si tratta di un progetto importante, di cui siamo orgogliose di fare parte. Il femminicidio è un atto di violenza estrema, il culmine della violenza sulle donne» dice Susanna Zaccaria, Presidente della Casa delle Donne – Per non Subire Violenza di Bologna. «La condizione degli/le orfani di femminicidio e delle loro famiglie affidatarie è una questione centrale nel contrasto alla violenza di genere, e questo progetto rappresenta un’occasione di dare risposte concrete e strutturate nel tempo, elaborando allo stesso tempo protocolli condivisi e buone pratiche per sostenere quanto più possibile le figlie e i figli delle donne uccise».

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Lorenzo Tecleme