Come ogni anno, gli artisti che hanno preso parte a Sanremo stanno approfittando dell’attenzione mediatica data dalla partecipazione al Festival per pubblicare o annunciare nuovi progetti. L’ultimo di questi è il nuovo album di Levante, Opera Futura, pubblicato il 17 febbraio.
Levante: «Del futuro non so niente eccetto la speranza»
Levante, pseudonimo di Claudia Lagona, è una cantautrice siciliana che ha iniziato ad acquistare popolarità nel 2013 con il brano Alfonso. Quattro album, una partecipazione a X-Factor in qualità di giudice, e a Sanremo come concorrente dopo, è tornata sul palco del Festival nel 2023 con Vivo, piazzandosi al ventitreesimo posto. Il 17 febbraio è infine uscito il suo nuovo album Opera Futura.
Opera Futura è un album (come Levante, d’altronde) dalla forte personalità, che non si nasconde dietro a sicurezze di superficie ma racconta istintivamente e senza filtri la vita della cantautrice finora, segnata indelebilmente e permanentemente dalla nascita della prima figlia, Alma Futura, dal lockdown, dalla depressione post-partum, e infine dalla rinascita. Quando scrive si lascia ispirare dalla speranza di poter uscire dai momenti bui: nella copertina dell’album il cigno dalla poesia di Emily Dickinson “La Speranza è quella cosa piumata”, simbolo di leggerezza, e su Instagram scrive «Ho dipinto tutto di verde perché del futuro non so niente eccetto la speranza».
Invicibile è il brano perfetto per aprire un album del genere: «la grande paura che fa / rimetterci il cuore in questa battaglia». Vivo è il brano con cui ha partecipato a Sanremo, e racconta della sua rinascita, della riscoperta del suo corpo e delle sue potenzialità: il sogno erotico di cui parla non ha connotati necessariamente sessuali, ma è più un invito a vivere sé stessa, «non voglio perdermi niente di me». L’amore è l’altro grande tema dell’album: ne parla con nostalgia, come di fantasmi del passato, in Mi manchi e Metro, e con gratitudine incredula e slancio ritrovato nella canzone che chiude l’album, Iride blu e Cuore liquido. Non si astiene dall’inserire nell’album anche canzoni più pungenti, in cui si esprimere la sua vena più polemica, sempre con senso critico e senza arroganza: scrive in Capitale mio Capitale «quale causa oggi vorrò sposare anche se non ne so parlare?». Ci sono poi le canzoni sulla maternità: Alma Futura, dedicata alla figlia, una poesia d’amore alla creatura che è riuscita a guarire tutte le sue ferite, e Mater, una specie di critica alle aspettative troppo alte che la società impone alle madri, intrisa di rimpianto per la vecchia sé.
Un album, insomma, in cui c’è tutto, e tutto parla di lei: con sincerità, criticamente, con gioia, per sfogarsi, per amare con più limpidezza. La nascita di questo progetto non è stata un processo facile, ma una genesi che ha dovuto essere curata e preparata, per cui è stato necessario lo sforzo di guardarsi dentro e di cercare di capirsi. Il punto di arrivo è quello di un’espressione disinibita e sincera, di un nuovo approccio al futuro, rasserenato dalla consapevolezza che la speranza è sempre l’ultima a morire.
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