Un operaio di 52 anni è morto oggi nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra (Avellino) schiacciato da un macchinario. Si tratta solo dell’ultima vittima sul lavoro in quello che è uno stillicidio quotidiano e che è nuovamente balzato agli onori delle cronache dopo la strage di Firenze nel cantiere di Esselunga, in cui hanno perso la vittima 5 operai.
Il governo ha annunciato che sta lavorando a nuove misure per contrastare le morti sul lavoro, ma tutti i sindacati, da quelli confederali a quelli di base, appaiono scettici.

Il no di Nordio all’omicidio sul lavoro per Usb è un pretesto

A porre dubbi sull’effettiva volontà del governo di intervenire in modo incisivo sulle morti sul lavoro sono le parole che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha pronunciato ieri durante il Question Time alla Camera. Nordio si è detto contrario all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, che è stato anche al centro di una campagna dell’Unione Sindacale di Base per la quale ha raccolto le firme e presentato una proposta di legge di iniziativa popolare.
Il guardasigilli ha detto che il tema è stato affrontato anche in Consiglio dei ministri, ma ciò che più colpisce sono le parole con le quali chiude all’ipotesi di introdurre il nuovo reato nell’ordinamento italiano.

Per giustificare il no, Nordio ha citato l’esperienza del reato di omicidio stradale, che ha aumentato a dismisura le pene per chi in strada si rende responsabile della morte di qualcuno. Eppure, ha spiegato Nordio, dall’introduzione del reato gli incidenti non sono diminuiti, ma addirittura aumentati.
Il sillogismo implicito del ministro, quindi, vorrebbe che un elemento di deterrenza penale per gli imprenditori e i datori di lavoro, affinché applichino tutte le misure previste per legge per garantire la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, non porterebbe ad un aumento della prevenzione e a un calo degli incidenti mortali.

Ma il tema degli incidenti sul lavoro non è ascrivibile alla fatalità. In moltissimi dei casi gravi vengono sistematicamente rilevate irregolarità nei cantieri e nell’applicazione delle norme sulla sicurezza. È per questa ragione che Usb parla di omicidio sul lavoro: spesso i datori di lavoro risparmiano sulle misure necessarie per l’incolumità dei propri dipendenti, infrangendo ciò che dice il Testo Unico sulla sicurezza.
«Nordio è abbastanza ipocrita – afferma ai nostri microfoni Guido Lutrario dell’esecutivo nazionale di Usb – L’omicidio sul lavoro non serve a contrastare il problema, ma a dare giustizia alle vittime». Il sindacato di base sottolinea le difficoltà di individuare le responsabilità e una sorta di impunità per le imprese datoriali.

«Per contrastare gli incidenti sul lavoro – continua il sindacalista – bisogna intervenire sullo sfruttamento, ridurre la precarietà, rendere il lavoro meno ricattabile. È chiaro che se i lavoratori non possono reclamare i propri diritti saranno sempre soggetti a qualsiasi condizione stabilisca il padrone, quindi a lavorare anche in condizioni di estrema insicurezza».
Colpisce quindi che un governo fortemente giustizialista, che perseguita anche chi partecipa a un rave, dica no all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. «Agitano tanto la parola sicurezza, ma non quando riguarda quella dei lavoratori», sottolinea Lutrario, evidenziando come il governo non voglia ostacolare in nessun modo la libertà di azione delle imprese, nemmeno quando ne va della vita di lavoratrici e lavoratori.

ASCOLTA L’INTERVISTA A GUIDO LUTRARIO: