Sono ormai settimane che si sente parlare della condizione drammatica che ha vissuto l’Emilia-Romagna. La causa è ovviamente nota: l’enorme quantità d’acqua che ha colpito in particolare la Romagna causando allagamenti e frane. Eppure, sono anche altre le regioni italiane che hanno vissuto e stanno vivendo lo stesso drammatico incubo, anche se con un’estensione minore.

I fronti della crisi climatica oltre l’Emilia-Romagna

Dalle Marche alla Toscana fino alla Lombardia. Gli scenari sembrano essere esattamente gli stessi, forse con qualche danno in meno e un’estensione più contenuta, ma sui social girano ormai diversi video di allagamenti e frane con la descrizione «Brescia come l’Emilia-Romagna?». A colpire, per quanto riguarda la provincia lombarda sono stati soprattutto due video: uno diffuso da Radio Onda d’Urto che mostra delle macchine sprofondate a seguito del crollo di un parcheggio su un argine, affacciato sul ex statale; e l’altro in cui un autobus in corsa viene completamente allagato dall’acqua. A essere colpite sono state soprattutto le città di Caino – dove sono caduti 147 mm di pioggia di cui 107 in meno di un’ora – Nave, Rezzato, Castelmella, la Valle del Gorza, Lumezzane e Capriano del Colle. Anche in questo caso in poche ore è caduta la quantità d’acqua che solitamente cade in un mese.

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I danni più consistenti si sono registarti in città: strade, case e uffici allagati, ma anche l’Università e una scuola, senza contare gli autobus e la metropolitana. Anche la periferia però ha registrato diversi danni. È, infatti, a Rozzate che è crollato l’argine del parcheggio; mentre a Nave e Caino sono tracimati fiumi e torrenti, con la conseguente invasione di strade e case; inoltre, anche il centro di Castelmella è stato completamente allagato. Non mancano anche in questo caso crolli e smottamenti.

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I danni anche in Toscana e Marche

La situazione non sembra migliore anche in altre due regioni, la Toscana e le Marche. Per quanto riguarda la Toscana, la zona più colpita è stata quella dell’Alto-Mugello per cui, dopo le piogge torrenziali degli scorsi giorni, è stata dichiarata l’allerta gialla. I Comuni coinvolti sono soprattutto Firenzuola, Palazzuola su Senio, Marradi e San Godenzo, in provincia di Firenze. L’acqua caduta è la stessa che ha invaso l’Emilia-Romagna e tra l’altro sono gli stessi anche i fiumi coinvolti: il Lamone, il Santerno e il Senio.
Il Presidente della Toscana Eugenio Giani ha affermato che «per fortuna i lavori fatti dalla Regione, Comuni e Consorzi di bonifica hanno evitato esondazioni, ma si sono registrate quasi 200 frane».

Per questo la speranza del sindaco di Firenze, Dario Nardella, è che il governo Meloni estenda lo stato di emergenza alla regione, così da ricevere i fondi adeguati per la ricostruzione, che sarà molto onerosa. «La città metropolitana è pronta a mettere tutte le risorse che serviranno – ha affermato il sindaco di Firenze – ma non basteranno, per questo è essenziale un supporto regionale e nazionale».

Per quanto riguarda i danni al momento si contano 200 frane, 70 su strade provinciali, di cui una delle più colpite è la regionale 302, ma per fortuna non ci sono persone isolate. Sono però stati del tutto interrotti i collegamenti con il versante romagnolo. Per non contare i danni che ha subito il settore dell’agricoltura, che «sono spaventosi» ha affermato il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti. Nello specifico a risentirne maggiormente sono stati i castagneti: si tratta di «una perdita impareggiabile per un territorio che ha nella castanicoltura il suo fiore all’occhiello», ha continuato Triberti.

La stessa situazione si è registrata nelle Marche che è stata colpita prima da un’intensa grandinata con chicchi come ciliegie e poi da una violentissima pioggia che ha fatto saltare i tombini provocando veri e propri fiumi lungo le strade. Scuole, edifici pubblici, negozi, scantinati e garage sono stati allagati, ma anche la farmacia comunale. Ad essere colpita è stata soprattutto la zona del fabrianese in provincia di Ancona e Cerreto D’Esi, poco lontana. Anche per le Marche la speranza è quella che lo stato d’emergenza venga esteso alla regione.

Sofia Centioni