Nicoletta Dosio, 70 anni, colonna del movimento No Tav, sta rifiutando le misure restrittive preventive di cui è oggetto per aver contribuito a spostare un jersey durante una manifestazione. La disobbedienza civile contro obbligo di firma, di dimora e arresti domiciliari. “Sono serena, la mia è una protesta condivisa da tutto il movimento”.

Il 28 giugno del 2015, per ricordare lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena, l’esperienza autogestionaria in Val di Susa, il movimento No Tav ha dato vita ad una manifestazione. Su una strada provinciale, a molta distanza dal cantiere allestito per i sondaggi geognostici, gli attivisti si sono trovati la strada sbarrata da alcuni jersey. Quando hanno provato ad oltrepassarli sono partiti i lacrimogeni. Hanno così deciso di provare sull’altro versante, dove hanno trovato una situazione analoga. A quel punto alcuni di loro, tra cui Nicoletta Dosio, 70 anni e colonna del movimento No Tav, hanno legato una corda al jersey e sono stati oggetto di una carica delle forze dell’ordine.

Per aver tentato di forzare lo sbarramento, Nicoletta ed altre 19 persone sono state denunciate e, dopo un anno da quell’episodio, fatte oggetto di misure restrittive preventive.
“A me, inizialmente, avevano dato un obbligo di firma – racconta l’attivista ai nostri microfoni – ma ho deciso di rifiutare la misura, che si è poi trasformata in obbligo di dimora e, dopo aver violato anche quella, in arresti domiciliari”.
Da un mese a questa parte, Nicoletta sta dando vita ad una disobbedienza civile anche degli arresti domiciliari, partendo per il “No Tav Tour” in giro per l’Italia.

L’attivista sottolinea le ragioni della sua disobbedienza: “Sono dispositivi che vengono dal codice fascista – osserva – pensati per contrastare il rischio di fuga o l’inquinamento delle prove. Una cosa assolutamente assurda, dal momento che è passato un anno prima che ci fossero comminate quelle misure. Inoltre non sono sentenze di un processo, ma misure preventive”. Le misure restrittive servirebbero anche per impedire la reiterazione del reato, ma Nicoletta dice chiaro e tondo che il movimento No Tav non si fermerà mai, perché sta portando avanti una forma di resistenza contro un’opera inutile e dannosa.

Il prossimo passo giudiziario potrebbe essere quello dell’arresto. Un’eventualità che non spaventa l’attivista 70enne. “Sono serena, la mia protesta è condivisa da tutto il movimento. Sto dando vita ad un’evasione che però non è una latitanza, contro un potere arrogante“.
Nicoletta ha qualche idea anche sul perché le autorità non siano ancora venute a prenderla: “Di fronte ad un rifiuto di questo tipo hanno paura, non sanno in che modo potrebbe svolgersi l’arresto e sanno che hanno contro una larga fetta dell’opinione pubblica”.

L’intervista integrale a Nicoletta Dosio verrà trasmessa martedì prossimo, 8 novembre, alle 18.00, all’interno del programma “Mezzora d’aria”. Intanto ve ne anticipiamo un estratto.