Domani torna in piazza il movimento No Tav. Moltissime citta vedranno svolgersi mobilitazioni territoriali in solidarietà con i quattro attivisti, tuttora detenuti, accusati di associazione a fini di terrorismo, ma anche contro la repressione e le grandi opere.
Saranno 88 le città teatro, domani, delle mobilitazioni territoriali del movimento No Tav. Gli attivisti scenderanno in piazza innanzitutto in solidarietà con i quattro compagni detenuti, in regime di isolamento, con l’accusa di associazione a fini di terrorismo. Un’accusa incredibile, dicono dal movimento. Più in generale il popolo No Tav tornerà domani in piazza contro la repressione e contro le grandi opere che utilizzano la repressione per distruggere i territori e calpestare i diritti delle persone. I No Tav incassano anche la solidarietà che arriva loro direttamente dal Brasile, dalla comunità dei Mapuche.
“L’accusa assurda di associazione ai fini di terrorismo è l’ultima trovata per cercare di mettere il bavaglio ai No Tav” dice Nicoletta Dosio, attivista, raccontando le ragioni della manifestazione. “E’ una manifestazione -spiega- più in generale contro la repressione perchè ci sono centinaia di procedimenti in atto ormai. I processi per i fatti del 27 giugno 2011 e del 3 luglio (dello stesso anno) vedono 53 imputati in un processo che si svolge in un aula bunker e vede gli avvocati della difesa impossibilitati a svolgere un’adeguata azione di difesa degli imputati.”
“Non è un mondo dominato dal capitale quello che vogliamo, ma (vogliamo) un mondo dominato dalle esigenze di un futuro diverso e di una vita diversa per tutti. Domani le manifestazioni vorranno anche dare questo messaggio.” afferma netta Nicoletta Dosio.
Anche sulla facile equazione tra No Tav e terrorismo, che va sedimentandosi in questi giorni sulla stampa, Dosio è netta. “Noi non ci facciamo spaventare. La violenza la subiamo tutti i giorni e non solo in Val Susa. Contro le loro bugie che vogliono far vedere il mondo No Tav come un mondo che suscita terrore, noi ci schierariamo contro il terrore, anche psicologico, che loro cercano d’ingenerare contro di noi. La gente l’ha capito questo. “conclude.
Gli attivisti bolognesi si daranno appuntamento domani alle 15 in Piazza Ravegnana.