S’intitola “Quanto resta della notte” lo spettacolo di e con Nichi Vendola che andrà in scena martedì 29 novembre, alle ore 21, al Teatro Duse di Bologna. Si tratta di un recital che coniuga poesia e attualità, fatto di “parole, versi e suoni in cerca di un giorno nuovo”, come recita il sottotitolo. 

Attualità, poesia e amore a teatro con Nichi Vendola

A presentarlo ai microfoni di Radio Città Fujiko è proprio Nichi Vendola, che definisce questa esperienza teatrale «una cosa abbastanza eccentrica. Per me che sono stato frequentatore di palchi, frequentare il palcoscenico è una bella evoluzione». Per Nichi la voglia di portare in scena questo «viaggio» -come poi lo definirà- nasce da un desiderio di dire qualcosa di più su «come stiamo noi, su come sta il Pianeta e l’Europa». Lo spettacolo si avvale dei contributi video a cura di Mario Amura, degli ambienti sonori di Fabio Cinicola e della supervisione musicale di Populous. A proposito delle collaborazioni, Nichi dice: «per me il teatro è un luogo sacro, e portare le immagini di Mario Amura che intervallano i miei monologhi, significa provare a dare corpo, anima e senso alle parole». 

Le letture poetiche sono tratte dal libro ‘Patrie’ -pubblicato da Vendola nel 2021- e ,come il libro, lo spettacolo è suddiviso in otto capitoli che partono da temi di attualità per approdare alla vita privata dell’autore, tra i luoghi d’origine e la sua famiglia. Il primo capitolo si intitola ‘La notte’ a affronta il tema della patria al singolare, dei nazionalisti e dei sovranisti e della patria al plurale, di chi combatte la guerra, il razzismo, il maschilismo, il suprematismo in tutte le sue forme. Il secondo capitolo, ‘Il contagio’ è dedicato al tempo del Covid, del distanziamento sociale e della virtualizzazione delle relazioni tra le persone. Si prosegue con il capitolo ‘La rimozione’ che tocca il tema della cultura dello stupro e del femminicidio, del potere maschile e della sua vocazione all’onnipotenza. Nel capitolo quattro, ‘Lo strappo’, Vendola dà voce ad argomenti come la lesione della democrazia, la sospensione dei diritti fondamentali di libertà, il sequestro di persona e la tortura ad opera degli apparati dello Stato. Nel quinto capitolo, ‘La sconfitta’, la miseria della politica e della crisi delle parole della vita pubblica, ma anche l’eredità di Pietro Ingrao e delle passioni che non muoiono. La morte, il peso delle assenze e la gioia di esercitare la memoria sono nel capitolo sei, ‘La perdita’, mentre in quello successivo, ‘ll ritorno’, trovano spazio temi come la patria di nascita, la casa, la famiglia, le tombe più care, il tempo delle prime scoperte e il ruolo della nostalgia. Nell’ultimo capitolo, ‘L’amore’ si parla del figlio, della luce di un giorno nuovo, della fine dei sensi di colpa, dell’uscita dal ghetto, della nominazione di sé e dei propri sentimenti, del mettersi al mondo con il senso storico, politico, poetico del pride. Nichi lo definisce «il viaggio di un viandante che si perde e chiede a che punto della notte si trova» da qui, il titolo dello spettacolo “Quanto resta della notte”. «In questo viaggio, io attraverso le notti della disumanità, che sono la guerra, il razzismo, la pandemia, il femminicidio, la morte e la tortura […]. Io attraverso la notte della disumanità nell’assuefazione al male».  Alla fine del viaggio, conclude Nichi «incontro due luci, che sono le mie. La mia alba: il sud come luogo della poesia, il sud dei paeselli incantati […] e l’amore -non astratto- come libertà dei propri sentimenti».

È possibile acquistare i biglietti online o alla biglietteria del Teatro Duse, da un’ora prima dello spettacolo.

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