Sabrina Molinaro, ricercatrice per il Cnr, espone i risultati presentati in Commissione Giustizia alla Camera in materia di regolamentazione dei cannabinoidi. Senza la legge Fini-Giovanardi il 14% dei detenuti potrebbe lasciare il carcere.

Nel contesto del crescente dibattito sulla “legalizzazione” della cannabis e dei suoi derivati, si è tenuta presso la Commissione Giustizia della Camera dei deputati la relazione di Sabrina Molinaro, responsabile della Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi sanitari Ifc-Cnr. L’audizione si è tenuta in seguito alla proposta di legge Farina di modifiche al testo unico di legge su stupefacenti e psicotropi in materia di coltivazione e cessione.

Nel 2006 la legge Fini-Giovanardi introdusse un stringente quantitativo di principio attivo per definire la differenza tra detenzione e cessione, tra uso personale e spaccio. L’indagine, condotta incrociando i dati di studi nazionali come l’Espad e i dati di flusso forniti dai ministeri degli Interni e della Giustizia, mostra come, in effetti, il mercato degli stupefacenti non abbia risentito di questo inasprimento della legislazione; una iniziale flessione dei consumi, rimasta circoscritta ai consumatori occasionali, è stata presto riassobita dalla crescita complessiva.

Un netto cambiamento si è registrato invece tra le cause delle detenzioni: dopo il 2006 le denunce per detenzione sono fortemente diminuite a favore di quelle per cessione. Una popolazione di consumatori abituali stimata intorno alle 240.000 persone è diventata con tale legge a rischio di incriminazione per spaccio. I dati del 2012 chiariscono che il 44% delle denunce per cessione sarebbero dovute al semplice possesso di quantitativi superiori all’uso personale e che il 78% dei condannati per spaccio non ha altre condanne (dati dallo studio dell’Università di Tor-Vergata diretto dalle professoressa Carla Rossi).

Se si tiene presente che dei 28.000 condannati per spaccio il 44% (12.000 persone) riguarda i cannabinoidi, e che di questi 12.000 il 78% non ha altre condanne, si può certamente concludere che nelle carceri italiane sono attualmente presenti circa 9.000 detenuti, il 14% del totale, per il solo effetto della legge Fini Giovanardi.
La dott.ssa Molinari sottolinea come tali stime siano affidabili, ma sicuramente precisabili col contributo di un numero più consistente dei dati di flusso emesse dai ministeri.

Pietro Gallina