Il prossimo primo dicembre sarà la Giornata mondiale contro l’Aids e saranno passati 40 anni dalla prima diagnosi della malattia. Ma saranno passati anche 10 anni dalla nascita di Plus- persone sieropositive Lgbt onlus e la storia di questa associazione viene raccontata da “I’m still here”, il nuovo documentario di Cecilia Fasciani che verrà proiettato proprio l’1 dicembre al Cinema Galliera. Sempre a Bologna, il lavoro di Fasciani verrà presentato anche il 3 dicembre a Vag61, all’interno di una serata dedicata al cinema indipendente.

“I’m still here”, il documentario sulla storia di Plus

Il 5 giugno del 1981, nel Centre for Disease Control di Atlanta negli Stati Uniti, veniva riconosciuta per la prima volta una malattia che in seguito sarebbe stata chiamata sindrome da immunodeficienza acquisita, o Aids. Oggi, 40 anni dopo, nel mondo si contano ancora 38 milioni circa di persone che vivono con hiv. In Italia, le persone che hanno scoperto di essere sieropositive nell’ultimo anno sono maschi nell’80% dei casi. Per la prima volta, la quota di nuove diagnosi attribuibili a MSM è pari a quella ascrivibile a rapporti eterosessuali. La quota di diagnosi tardive continua ad aumentare, e possono gravemente compromettere la buona riuscita della terapia.

Nel 2011 a Bologna nasce Plus, Persone Lgbt Sieropositive, la prima organizzazione italiana e network di persone Lgbt+ sieropositive. “I’m still here” racconta la storia dell’associazione nell’anno del suo decennale.
Le vicende dei protagonisti vengono ripercorse da un punto di vista storico, sociale e politico ed arricchite da prezioso materiale d’archivio. Evidenziare tutti gli aspetti sociali di hiv, dallo stigma alla paura, dalla solitudine alla consapevolezza, significa rimettere al centro i corpi e le storie delle persone, occupando lo spazio pubblico con i propri bisogni e i propri desideri, anche attraverso performance artistiche, che diventano momenti di rivendicazione, di visibilità e di riscatto.

«Nel documentario gli attivisti spiegano chiaramente il lavoro che hanno fatto sul territorio – racconta ai nostri microfoni la regista – soprattutto attraverso il Blq Checkpoint di via San Carlo a Bologna, che è un centro community based che non si occupa solo di screening di hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili, ma cerca anche di fare cultura, combattere lo stigma, fare comunità e lavorare sul territorio a 360 gradi».
Il documentario, prodotto da Smk Factory e distribuito da Open Ddb, sarà in prima nazionale sempre il primo dicembre anche a Firenze e Trieste, mentre il 4 dicembre chiuderà L’Aquila Film Festival.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CECILIA FASCIANI: