Alcune regioni, tra cui l’Emilia Romagna, consentono di percorrere sentieri e mulattiere con moto e quad. Il Club Alpino Italiano lancia l’allarme: “Si mette a rischio la sicurezza di chi si muove a piedi, disincentivando la frequentazione non motorizzata della montagna e creando danni ambientali”.

Inerpicarsi su sentieri di montagna, attraversando boschi e percorrendo mulattiere, ha sempre esercitato un certo fascino. Ed è per questo che in Italia esistono 60mila kilometri di sentieri, segnalati e mantenuti senza oneri pubblici. Nell’epoca attuale, quella delle comodità a tutti i costi, c’è però chi vuole evitare la fatica e percorre quei sentieri a bordo di moto o quad. Azioni illegali? Nient’affatto perché alcune leggi regionali lo consentono.
E’ da questa triste constatazione che prende le mosse la denuncia del Cai, il Club Alpino Italiano, che in un comunicato ribadisce la propria contrarietà al traffico motorizzato su sentieri, mulattiere e boschi.

Alcune regioni, denuncia il Cai, stanno approvando leggi che consentono – o in altri casi non vietano esplicitamente – che moto e quad possano percorrere gli stessi sentieri che gli escursionisti, armati di bastone e borraccia, attraversano a piedi. Ciò crea problemi di sicurezza ai pedoni che, lasciando l’asfalto con la certezza di sentirsi al sicuro, si ritrovano utenti deboli anche sui sentieri. La qual cosa rappresenta un disincentivo alla frequentazione non motorizzata della montagna.
Appare inoltre evidente che i veicoli a motore che attraversano i boschi creano danni ambientali, spaventando gli animali selvatici e rovinando la flora e il fondo di mulettiere e sentieri che annualmente lo stesso Cai mantiene.

Nell’appello lanciato dall’associazione vengono citati due esempi emblematici, quello dell’Emilia Romagna e quello della Lombardia.
Nella nostra regione, la legge 14, approvata il 26 luglio del 2013, “fornisce una definizione di escursionismo che non pone alcuna limitazione concettuale al fatto che esso venga praticato con l’utilizzo di mezzi motorizzati e prevede la possibilità di percorrere i sentieri anche con mezzi a motore, in evidente contrasto con la finalizzazione dei percorsi escursionistici”, affermata dalla legge, alla “promozione delle aree naturali e allo sviluppo sostenibile”.
Analogamente, la Lombardia, in cui la superficie montana supera il milione di ettari, il 9 luglio scorso ha approvato il Progetto di Legge 124 che consente ai Sindaci dei Comuni lombardi di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni che prevedono l’utilizzo di mezzi a motore su sentieri, mulattiere e boschi.

Il Cai, nel sottolineare l’incompatibilità tra escursionismo e motociclismo su sentiero comune, chiede quindi un intervento a livello nazionale e, in particolare, nel Codice della Strada, che dovrebbe fornire una definizione precisa di sentieri e mulattiere, finalizzandoli esclusivamente a transiti non motorizzati.
Chi volesse fare motocross, dunque, può farlo tranquillamente in piste e percorsi pensati ad hoc e non sui sentieri che molti escursionisti, italiani e stranieri, percorrono con l’obiettivo di isolarsi dal caos delle città.