Anche per il centro sociale di via Orfeo è arrivato il decreto di sequestro, provvedimento che precede lo sgombero. A nulla sono valse le dichiarazioni, le raccolte firme e i progetti all’interno della struttura, alcuni dei quali riservati all’accoglienza. La Procura tira dritto. Il consigliere comunale Pieralisi: “Sono disposto a passare il Natale dentro al centro”.

Sgombero Labas: natale sotto sequestro in via Orfeo

Il laboratorio per i più piccoli Labimbi, il mercatino di Campi Aperti il mercoledì, fino ad “Accoglienza Degna”, il dormitorio sociale dedicato ai senza casa. Sono solo alcuni dei progetti che, da quando tre anni fa Làbas ha occupato l’ex-caserma Masini, sono nati all’interno della struttura di via Orfeo.
Una realtà, quella del centro sociale, che ha saputo calamitare attorno a sè anche tanti cittadini del quartiere, il Santo Stefano, l’unico di centrodestra a Bologna.
Migliaia di firme sono state raccolte in difesa dell’esperienza, al punto che pure il sindaco Virginio Merola è stato “costretto” a definirli “bravi ragazzi”.

Tutto ciò non è servito a fermare la Procura, che nei giorni scorsi ha emesso un decreto di sequestro per lo stabile, in linea con la linea dura adottata negli ultimi mesi.
Il provvedimento solitamente anticipa lo sgombero ed arriva a pochi giorni dalle festività natalizie, quando le attività in città sono più rade.

“Il protagonismo della Procura bolognese fa danni – afferma ai nostri microfoni il consigliere comunale Mirco Pieralisi – per questo sono disposto, insieme a tanti e tanti, a passare il Natale dentro a Làbas e lo stesso dovrebbero fare quegli amministratori della giunta che sono passati là dentro”.
Per Pieralisi, di fronte ad un’iniziativa che dal basso lancia ponti e dialoga con tutti, la Procura risponde applicando la legge in modo robotico, senza interpretarla in base al contesto sociale.

Il consigliere comunale sottolinea anche che il progetto di rigenerazione urbana, annunciato da Palazzo D’Accursio qualche mese fa e che dovrebbe insistere sull’ex-caserma per trasformarla in un albergo a 5 stelle, al momento è tutt’altro che concreto. “Davvero pensiamo che aprire un altro albergo per il turismo mordi e fuggi sia necessario? – si chiede Pieralisi – O possiamo dare spazio anche a realtà, come ad esempio è stato con Atlantide, che hanno dimostrato di sapere attirare anche turismo, oltre che welfare?”.