Si chiama “Diagrammi Nord” ed è l’acronimo di Diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholder e Multidisciplinari per l’Integrazione e il Lavoro giusto. Si tratta di un progetto inserito negli interventi europei Fami che cerca di impedire che lavoratori extra Ue possano cadere in fenomeni di sfruttamento del lavoro, compreso il caporalato.
Il progetto sarà attivo nelle regioni italiane del centronord, coinvolge molti soggetti e verrà presentato domani, 13 aprile, in un seminario.

Caporalato, il progetto Diagrammi Nord

Sono molti i soggetti, con diverse competenze, che partecipano a “Diagrammi Nord”. Vi troviamo il consorzio Nova, capofila del progetto, Agci, la terza confederazione cooperativa nel settore agricolo, Terra!, associazione impegnata contro lo sfruttamento dei migrantui, ma anche categorie sindacali, come la Flai Cgil, e associazioni come Adir-L’altro Diritto o ong come Oxfam.
Se Diagrammi Sud interviene nei territori dove abbiamo visto esplodere le rivolte al caporalato, Diagrammi Nord opererà in otto regioni del centronord, in particolare Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte.

«Anche nel nostro territorio è presente il fenomeno del caporalato in agricoltura – osserva ai nostri microfoni Umberto Franciosi della Flai Cgil dell’Emilia Romagna – Noi lo abbiamo denunciato, ma è stato certificato anche dalle inchieste delle Procure di Forlì, Cesena e Ravenna».
Il sindacalista spiega che in Emilia-Romagna il modello di caporalato è diverso e più sofisticato di quello che abbiamo conosciuto in seguito alle rivolte o agli omicidi nel meridione. In particolare, lungo la via Emilia il caporalato prende spunto da ciò che succede nei settori manifatturieri, attraverso appalti e subappalti di intere parti, come la raccolta o la vendemmia, della produzione.

«L’appalto finisce in mano a pseudo-imprese – continua Franciosi – capeggiate da pseudo-imprenditori, spesso migranti e nemmeno del tutto consapevoli del ruolo che svolgono».
Forme di sfruttamento, dunque, che possono essere meno eclatanti, ma per fortuna la legge 199 del 2016 contro il caporalato identifica alcuni indicatori che suggeriscono l’esistenza del fenomeno: dal non rispetto delle pause agli straordinari senza fine, dal sotto-salario al sotto-inquadramento, fino alla retribuzione di solo una parte delle ore di lavoro svolte.
Tutte violazioni che possono essere punite con sanzioni penali, sia nei confronti del caporale che del committente.

Uno dei compiti del progetto “Diagrammi Nord”, dunque, è quello di informare e formare i lavoratori sui loro diritti, ma anche creare percorsi di inserimento lavorativo attraverso la collaborazione delle parti datoriali.
Gli obiettivi del progetto, del resto, sono molto ambiziosi e puntano a strappare dai caporali diverse centinaia di lavoratori migranti. Per fare qualche esempio, sono quasi ottomila i migranti in agricoltura, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, che si tenterà di coinvolgere, oltre 350 gli operatori attivati per la realizzazione delle attività e 1650 le imprese agricole che verranno coinvolte.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD UMBERTO FRANCIOSI: