Le improvvise dimissioni del direttore dell’Istituzione Musei Gianfranco Maraniello hanno creato allarme per l’individuazione del suo successore. I lavoratori di PubblicaMente Musei hanno scritto una lettera aperta al sindaco Merola, avanzando una proposta di riforma alternativa che garantisca un risparmio per le casse pubbliche.

È di pochi giorni fa la notizia, per molti versi improvvisa e inaspettata, delle dimissioni di Gianfranco Maraniello, direttore dell’Istituzione Bologna Musei, in seguito al nuovo incarico ottenuto presso il MART di Rovereto. Se da un lato l’interruzione del mandato di Maraniello ha creato ansia circa l’urgenza di trovare un adeguato rimpiazzo, dall’altro c’è chi vede in questa imprevista fase di transizione un’occasione da sfruttare per valutare i risultati raggiunti e gli orientamenti da assumere. Sono le lavoratrici e i lavoratori dell’assemblea PubblicaMente Musei, i quali hanno scritto una lettera aperta al sindaco Virginio Merola mettendo nero su bianco una proposta alternativa di riforma dell’Istituzione Musei.

Non è ancora chiaro se l’intento sia di ricorrere alla graduatoria già aperta con l’ultimo bando (conclusosi appunto con la nomina di Maraniello) o se si deciderà di istruire in fretta e furia un nuovo  concorso, come è stato ventilato: su questo, pare, si pronuncerà il CdA dell’Istituzione convocato nella giornata di oggi. Nella seconda delle ipotesi, scrivono i lavoratori a Merola, “non sappiamo quanti valenti aspiranti direttori ambiscano ad affrontare la – si suppone dura – selezione per assicurarsi un incarico certamente ben remunerato, ma la cui durata sarebbe inferiore a un anno, dovendo coincidere con il periodo residuale del Suo stesso mandato”.

Una programmazione di breve periodo senza alcuna certezza riguardo le risorse: per queste ragioni è stata inviata una proposta alternativa di riforma da parte di quei lavoratori “competenti a gestire e valorizzare beni della collettività che sicuramente conoscono e amano più di qualsiasi direttore pro tempore”. Questa si basa principalmente su un nuovo modello di governance dei musei – alternativo al vecchio modello piramidale “un uomo solo al comando” – basato sulla collegialità nella gestione dell’Istituzione, attraverso il coordinamento tra i 6 referenti dei musei, con il ruolo di coordinatore gestito da uno di essi. Tra i vantaggi di questa proposta, oltre all’efficienza nella macchina organizzativa, ci sarebbe anche un notevole risparmio per le casse pubbliche: si potrebbero infatti risparmiare i quasi 110.000 euro dello stipendio da dirigente esterno.

Un risparmio non da poco, considerando che nel Documento Unico di Programmazione 2015-2017 sono già previsti tagli dal bilancio dell’Istituzione Musei pari a 100.000 euro all’anno: “invece di tagliare i servizi, come i laboratori educativi, gli orari e i costi dei biglietti – spiega Enrico Tabellini del Museo della Musica – proponiamo di neutralizzare questi tagli che ci tocca subire attraverso questa operazione”. Non è tutto, nella lettera vengono anche sottolineate la necessità di una valorizzazione delle risorse interne, di un concreto e originale progetto culturale condiviso di “museo diffuso”, e di un nuovo piano gestionale già realizzabile e a costo zero, che comprenda la riorganizzazione degli orari dei musei, la revisione dei budget e la razionalizzazione dell’organigramma, e il biglietto unico tra tutte le sedi dell’Istituzione e tra gli altri musei cittadini.