Dopo la sentenza del 13 febbraio con cui il Tar di Palermo ha disposto l’annullamento del cosiddetto provvedimento “revoca della revoca”, arriva il sequestro dei cantieri Muos a Niscemi. A disporlo è stato il gip del tri­bu­nale di Cal­ta­gi­rone Sal­va­tore Ettore Caval­laro. È la seconda volta che viene disposto il provvedimento di sequestro, ma i lavori del sistema satellitare si sono fermati solo ieri. I No Muos accolgono positivamente la notizia, ma non senza sospetti: “sembra essere un bluff, è un gioco che ormai conosciamo”.

“Si tratta di un’installazione priva di autorizzazioni e pertanto illegittima ed abusiva”. Così i legali No Muos commentano la decisione del gip di Caltagirone di accogliere la richiesta avanzata dal procuratore Giuseppe Verzera e disporre il sequestro dei cantieri del sistema satellitare che sorge a Niscemi. La decisione del gip è stata presa, commenta Fabio D’Alessandro del Comitato No Muos di Niscemi, “anche perchè vi era, come elemento aggiuntivo, la sentenza del Tar”.

Si tratta della sentenza con cui il Tribunale Amministrativo di Palermo, lo scorso 13 febbraio, aveva annullato la “revoca della revoca” – con cui il governatore siciliano Crocetta era clamorosamente tornato sui suo passi e aveva accordato autorizzazioni, precedentemente revocate, alla costruzione del Muos – e disposto lo stop ai lavori del sistema satellitare.
Tribunali a parte, a Niscemi i lavori del Muos sono sempre andati avanti. “Il Muos non si è mai fermato”, continua D’Alessandro; a dargli ragione c’è una vasta documentazione di video e fotografie facilmente accessibile sulla rete.

La decisione del gip ha però prodotto i suoi effetti, e “da ieri ci sono i sigilli, sono piombati i cancelli del cantiere e sembra che non si muova nulla”, rivela D’Alessandro.
I No Muos, intanto, accolgono positivamente la decisione: “avevamo ragione noi all’inizio quando dicevamo che lì un sistema d’armi non ci può stare, perchè il Muos si trova all’interno di una riserva naturale, in zona di assoluta inedificabiltà”.

Ma se il provvedimento provoca reazioni soddisfatte, i No Muos restano comunque guardinghi: “è ovvio che questo sembra essere un bluff, come fu un bluff quello del 6 ottobre 2012, ed è ovvio che la guardia vada mantenuta altissima”, dichiara D’Alessandro.
Il riferimento è al sequestro del cantiere disposto dalla procura di Caltagirone il 6 ottobre del 2012, in corrispondenza della prima manifestazione nazionale No Muos a Niscemi. Come il quel caso, il sequestro disposto ieri avviene a ridosso di un’altra chiamata nazionale No Muos, lanciata per questo sabato, per ribadire “ferma opposizione alla guerra, a uno strumento di morte, contro la devastazione del territorio”

Noi crediamo – conclude D’Alessandro – che non sia un caso il fatto che abbiano fatto il sequestro a pochi giorni dalla manifestazione, e se devo dare una lettura, con un po’ di dietrologia, direi che si sono parati in qualche modo da una eventuale nuova invasione dei manifestanti nel cantiere Muos. Diciamo che hanno una buona tempistica, è un gioco che ormai conosciamo”.