A 61 anni è morto Gianroberto Casaleggio, uno dei due guru del M5S. Una figura che, secondo la semiologa Giovanna Cosenza, ha inciso molto nella comunicazione politica degli ultimi anni, nel bene e nel male. “Positiva la sua attenzione alla rete, ma l’essere troppo tecnoentusiasta, con qualche ingenuità ed esasperazione, ha anche penalizzato il movimento”.

È morto nella notte a 61 anni, dopo una lunga malattia che l’aveva costretto anche a un intervento alla testa nell’aprile del 2014, Gianroberto Casaleggio. Era l’inventore del Movimento che aveva fondato insieme a Beppe Grillo. Sul blog di Grillo si legge: “Ciao, Gianroberto. Hai lottato fino all’ultimo”. Solo pochi giorni fa – quando si erano diffuse voci su un suo addio alla politica – era intervenuto dicendo: “Io non mollo”.

La morte di Casaleggio ha suscitato commozione anche fra i pentastellati emiliani. “Ci ha lasciati un sognatore, che con un sogno ha costruito un progetto politico di cui il Paese aveva e ha ancora assoluto bisogno”, ha commentato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il quale ha anche riconosciuto i dissidi e le divergenze con uno dei due guru del Movimento.
“Casaleggio – ha spiegato Pizzarotti – è stato un padre fondatore, per certi aspetti un punto di riferimento. Certamente è stato un idealista in un Movimento che oggi, piaccia o non piaccia, è entrato nelle istituzioni italiane e ha contribuito a cambiare questo nostro amato Paese. Una marcia fatta di piccoli passi, ma di grandi intenzioni”.

Ma quanto ha inciso Casaleggio nella comunicazione politica italiana degli ultimi anni? Secondo la semiologa Giovanna Cosenza ha inciso molto, con dei pro e dei contro. “Sicuramente è positiva la grande attenzione, l’uso capillare e l’enfasi sulla rete – osserva Cosenza – Però questo aspetto, da un certo punto di vista, ha rappresentato anche un contro. Una certa visione troppo tecnoentusiasta, con alcune ingenuità ed alcune esasperazioni, che provenivano forse anche dalla leggenda che stava attorno alla sua figura, hanno anche penalizzato l’idea di rete che stava intorno al M5S“.

Se, secondo la semiologa, è positiva e innovativa l’attenzione ai nuovi media che ha portato Casaleggio, per contro ha esagerato nell’enfatizzare questi aspetti, che si sono rivelati utopici e criticabili per ciò che concerne il voto, l’elezione che avviene solo attraverso il web. “Le esperienze dall’estero – osserva Cosenza – ci dicono che non si è trovato un modo dal punto di vista tecnico e organizzativo per arrivare a questo obiettivo”.