Le regole di Arnold per il successo è il recente documentario, prodotto da Dadalab, che ricostruisce le ultime ore di vita del giovane Mauro Guerra, ucciso da un colpo di pistola di un maresciallo dei carabinieri, in un torrido pomeriggio del 29 luglio 2015.

Il documentario ripercorre i fatti del 20 luglio 2015

Il documentario “Le regole di Arnold per il successo” è stato prodotto dalla bolognese Dadalab, e diretto da Dario Tepedino. L’opera è stata selezionata a IMPACTE, il festival dei diritti umani della Catalunya.
Inoltre il documentario ha ottenuto il patrocinio di Amnesty Italia e dell’associazione A buon diritto: attraverso la lettura della sentenza, la riproduzione di filmati, testimonianze e perizie, si cerca di riflettere e chiarire come siano andate le cose, in quel caldo e violento pomeriggio del 2015.

Al centro del film c’è un fatto di cronaca, avvenuto il 29 luglio 2015, a Carmignano di Sant’Urbano, in provincia di Padova, e viene trattato il tema delle morti di stato, cercando di riconsegnare spazio, contorni e dignità alla storia di Mauro Guerra, un ragazzo di 32 anni, sensibile, ambizioso e amante della Walt Disney, di Roberto Baggio e di Arnold Schwarzenegger.

Mauro Guerra, a 32 anni, era laureato in Economia e Commercio, aveva avuto esperienza nei parà, era appassionato di pittura e scrittura; giovane sensibile, determinato e fragile, il 29 luglio 2015 viene accerchiato da otto carabinieri, che vogliono fargli un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) non autorizzato.
Come racconta ai nostri microfoni, Dario Tepedino, il regista del documentario, Mauro Guerra si ritrova assediato nella sua stessa casa, e dopo diverse ore, cerca di scappare per evitare il trattamento che vogliono imporgli; inizia a correre, in mutande, per le vie del suo paese, rincorso dagli altri carabinieri, fino a quando non arriva in un campo, dove avviene una colluttazione con uno dei militari presenti, che si conclude con un colpo di pistola, che si rivelerà mortale per Mauro, sparato dal maresciallo.
Si conclude così la storia di Mauro, che ha pagato, a caro prezzo, la sua libertà.

Dario Tepedino, il regista del film, da anni si sta dedicando a queste delicate storie legate al tema delle morti di stato; e come racconta lui stesso ai nostri microfoni, questo documentario si compone attraverso la raccolta di diversi materiali, tra cui i filmati che i carabinieri stessi, presenti sul posto, hanno registrato in quella giornata. Inoltre all’interno del documentario si possono ascoltare interviste e riflessioni con la famiglia di Mauro, insieme alla lettura dei diari e dei quaderni che il ragazzo scriveva, e tramite i quali si è cercato di ricostruire la storia di questo giovane ragazzo, che aveva grandi passioni e che probabilmente ha trascorso gli ultimi momenti della sua vita nella paura.

Il documentario diventa un modo per sostenere la famiglia di Mauro, che si è trovata trascinata in tribunale, a combattere una battaglia dolorosa e silenziosa, portando con loro la speranza di ottenere, prima o poi, giustizia e verità.

In Italia non è ancora avvenuta una sua prima rappresentazione, a causa del blocco sanitario che ha portato alla riduzione e annullamento di molti festival.
In attesa della riapertura dei cinema e degli spazi di cultura, è possibile visionare il trailer.

Chiara Moffa

ASCOLTA L’INTERVISTA A DARIO TEPEDINO: