A Monte Sole domani si celebrerà la resistenza e si attraverseranno i luoghi della Memoria, ma non mancheranno anche le occasioni per discutere della resistenza e della disobbedienza di oggi, tra il laboratorio With(Out) Borders e la presentazione di “Sarajevo, Mon Amour”. Il programma completo.
25 Aprile a Monte Sole: il programma
Lo schema della giornata sarà quello già adottato negli anni passati, con la mattinata dedicata ai momenti più istituzionali che cederanno poi il posto alla musica e ai laboratori. “Quest’anno – racconta Elena Monicelli – avremo come ospiti Massimo Cacciari e un generale bosniaco che porterà la sua testimonianza mentre poi a partire più o meno dal pomeriggio ci saranno tutti i vari appuntamenti tra Scuola di Pace, Prato del Poggiolo e alcuni dei luoghi dell’eccidio che vedranno appunto il protagonismo non più delle istituzioni ma delle persone che ci verranno a trovare”.
Quella di risignificare la giornata del 25 aprile unendo alla celebrazione della resistenza al fascismo un discorso critico dedicato alle resistenze di oggi è ormai una tradizione di Monte Sole, e anche questa edizione non sarà da meno. “Lo faremo sotto diverse forme – spiega infatti l’organizzatrice – fin da mezzogiorno partirà un’attività diventata tradizionale che è il lavoro fatto dall’associazione Gocce di Memoria che porta avanti un piccolo spettacolo teatrale dei ragazzi e delle ragazze di Marzabotto che hanno ragionato su figure che nell’attualità hanno offerto esempio di resistenza e di disobbedienza a leggi che ritenevano ingiuste. E sulla scia della disobbedienza Jovan Divjak presenterà nel pomeriggio il suo libro “Sarajevo, mon amour”, che anche se ha ormai qualche anno rimane cruciale. Allo stesso tempo offriremo la possibilità di mettersi in gioco rispetto alla propria possibilità di disobbedire, rispetto alla propria attenzione su quello che è forse ingiusto oggi, e quindi su quello contro cui bisognerebbe ribellarsi, con un laboratorio che è aperto sia ai bimbi sia agli adulti. Abbiamo deciso di intitolarlo without borders perché vogliamo ragionare sull’idea di confine. Quando questa idea è violenta, ingiusta e perniciosa rispetto appunto a un futuro o a un presente ancora di più di solidarietà”.
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