Sono quasi 2000, al 31 gennaio 2015, i bambini stranieri arrivati in Italia e scomparsi nel nulla. Complici la burocrazia, un’accoglienza che non può chiamarsi tale, e la ferma volontà di raggiungere amici o famigliari nel Nord Europa, i minori non accompagnati si ritrovano nelle mani della criminalità.
Il problema esiste, ma sembra che non se ne debba parlare. Il dato, il più agghiacciante, emerso dal Forum “Flussi migratori, tratta e sfruttamento” organizzato all’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo, riguarda i minori non accompagnati, quei bambini, cioè, che arrivano soli in Italia. Dei quasi 8000 minori giunti sul nostro territorio nel 2014, quasi 2000 hanno fatto perdere le loro tracce.
La cura e l’accoglienza dei minori non accompagnati spetta allo Stato, che dovrebbe occuparsi della loro scolarizazione e integrazione almeno fino alla maggiore età. Eppure, una burocrazia indecente almeno quanto le condizioni dei centri per i minori, non fa che aumentare la tendenza dei minori stranieri alla fuga. L’obiettivo di questi bambini o adolescenti, che ultimamente arrivano soprattutto da Siria e Africa Sub-Sahariana, è quello di raggiungere parenti o amici già stabilitisi nei paesi del Nord Europa.
Il problema, però, come intuibile è che se i minori non accompagnati scompaiono lo Stato fa altrettanto, e questi si rimettono spesso nelle mani dei trafficanti. Succede così che, essendo i più deboli tra i migranti, finiscano nel giro dello sfruttamento sessuale, o della criminalità, in molti casi per ripagare i debiti contratti con i trafficanti di uomini.
Il resto della storia è immaginabile, come tutte le volte che lo Stato scompare.