Il 6 novembre Andrea Santonastaso si esibirà in Mi chiamo Andrea, Faccio Fumetti. La squadra che ha realizzato lo spettacolo è costituita da Christian Poli, lo scrittore, Nicola Bonazzi, il regista e Carlo Corticelli, il tecnico. È una produzione del teatro dell’Argine, e sabato andrà in scena alle ore 21 presso il Teatro Dehon, a Bologna, in via Libia 59. Per info e biglietti: tel. 051-342934; mail. biglietteria@teatrodehon.it

Uno spettacolo per voce e pennarello, a teatro si racconta un grande fumettista

Lo spettacolo in cui Andrea Santonastaso veste i panni di Andrea Pazienza è costruito come un monologo disegnato, viene visto come dichiarazione di resa di fronte alle sentenze del destino. Andrea Pazienza, Paz, nacque nel 1956 a San Benedetto del Tronto, ma suo padre era pugliese, di San Severo, dove si farà seppellire dopo la tragica scomparsa. È ritenuto uno degli artisti più innovativi del fumetto italiano e ha concentrato la sua produzione su personaggi come Zanardi, Pertini, Pentothal. Studia al DAMS di Bologna, ma lascerà l’università a due esami dalla laurea. La sua carriera decollerà, tuttavia allo stesso tempo l’artista dovrà combattere con la dipendenza dalle droghe per tutta la vita.

«Ci sono persone al mondo, per fortuna poche, che sperano di poter barattare un’intera via crucis con una stretta di mano, con una visita ad un museo. E si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su milioni di frasi, su miliardi di parole d’amore, ma io ora vi spalmo sulle pareti!», sbotta Andrea Santonastaso durante lo spettacolo, attore nato a Bologna ha studiato con Igort, Iori, Cavazzano, poi ha deciso di fare l’attore. Recita dal ’93. Lo abbiamo ricordato anche per aver portato in scena lo spettacolo Sandro, incentrato sulla figura di Pertini.

Sabato 6 novembre però «vedremo un Andrea Pazienza attraverso un Andrea Santonastaso. Lo vederemo raccontato e disegnato. È uno spettacolo per voce e pennarello. Io recito, racconto la vita di Paz, ma nel frattempo disegno, con una scenografia di fogli bianchi che riempio di disegni fatti lì sul palco. Non so quanti attori ci sono che fanno le due cose insieme», spiega l’attore.

«La passione per Andrea Pazienza risale al 1977, quando avevo dieci anni. Viene dall’amore per Pazienza che è sconfinato, e viene dalla voglia di raccontare Paz a chi lo conosce, ma soprattutto a chi non lo conosce. Quindi i giovani, oppure chi ha la mia età e Paz non l’ha approfondito perché pensano che il fumetto sia un’arte minore. Mi piace raccontare l’arte del fumetto attraverso uno dei più grandi artisti che abbiamo avuto in Italia», continua Santonastaso.

Inoltre, l’attore rivela che «mi piace l’idea di raccontare delle cose che racconterei a mio figlio. Quindi è rivolto a qualcuno che Paz non lo conosceva. Poi mi sono reso conto che anche quelli che lo conoscevano ne scoprivano dei lati. Quando si va a pescare nella vita di qualcuno come Paz, che se n’è andato troppo presto per ragioni che hanno a che fare con la droga, l’eroina, scopri che la maggior parte di questo pessimo lato del genere umano, preferisce approfondire questa parte della vita di qualcuno, che poi non è la parte della vita, ma è la morte. Io racconto di quello che ha fatto».

Maria Luisa Pasqualicchio

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