Le prospettive per i lavoratori Mercatone Uno (quasi 4000 in tutta Italia) non sono rosee. A fine gennaio l’azienda ha chiesto di accedere al concordato e non ha, ad oggi, spiegato come pensa di uscire dalla crisi attuale. Si vocifera di un possibile acquirente, interessato però, solo al marchio dell’azienda e al 50% delle strutture.

“Abbiamo già utilizzato tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. Ora siamo a un punto di svolta negativo.” Con queste parole, lapidarie, Stefano Biosa, della Filcams-Cgil di Bologna, spiega quale sia la situazione dei lavoratori (circa 4000 in Tutta Italia, dei quali 500 nella sola provincia bolognese) della Mercatone Uno.

Anni di cattiva gestione uniti ad una congiuntura sfavorevole hanno portato all’attuale crisi. Nonostante le rassicurazioni dei vertici, non particolarmente supportate da fatti tangibili, la storica azienda sembra destinata ad una lenta agonia, rappresentata plasticamente dalla richiesta di accesso al concordato depositata a fine gennaio.

“L’incontro di ieri (tra azienda e sindacati, ndr) è stato deludente, mentre noi abbiamo bisogno di rassicurazioni in merito a stipendi e livelli occupazionali. Peraltro -continua Biosa, che annuncia mobilitazioni- l’azienda, venendo meno agli accordi firmati in sede istituzionale, ha fatto sapere che non anticiperà gli ammortizzatori sociali in busta paga. In sostanza ai lavoratori resterà poco più di nulla”.

Intanto, si apprende da fonti vicine ai vertici dell’azienda, ci sarebbe un acquirente interessato all’acquisto dell’azienda. Anzi no. L’acquirente “sarebbe interessato al buon nome dell’azienda (il marchio) e al 50% delle strutture“. Nell’Italia delle newco e delle bad company, insomma, si acquistano marchi vuoti e si mandano a casa i lavoratori. Tutto Very Bello.