Ritardi nelle consegne, porzioni scarse, oggetti estranei e cibi non sempre graditi. Sono ancora numerosi i nodi irrisolti nel servizio di refezione scolastica. Nell’Osservatorio mense prevale lo spirito di collaborazione, anche col nuovo gestore privato, ma la qualità del servizio deve essere ancora migliorata. Pillati: “Se volessimo gli applausi serviremmo sempre patatine fritte”.

Lo spirito che prevale è quello della collaborazione, che si concretizza con tavoli di lavoro nei quali vengono affrontati i problemi emersi. Non per questo, però, l’Osservatorio cittadino sulle mense scolastiche risparmia le critiche ad un servizio che continua a non rispondere a pieno alle esigenze.
249 sono le segnalazioni che sono state raccolte dall’inizio dell’anno scolastico in corso e che riguardano malfunzionamenti del servizio di refezione scolastica. Tra questi, i principali sono i ritardi nella consegna dei pasti e le quantità scarse. Ma ci sono anche segnalazioni su corpi estranei nelle vivande e cibi non graditi che finiscono nella spazzatura.

Su questo punto è intervenuta l’assessora comunale all’Istruzione Marilena Pillati, che in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere di Bologna, tenta un po’ di minimizzare. “Se volessimo gli applausi faremmo servire tutti i giorni patatine fritte“, commenta Pillati.
“Il tema non è questo – replica dai nostri microfoni Dora Ramazzotti dell’Osservatorio mense – Siamo consapevoli che i bambini non gradiscono alcuni piatti perché non sono abituati a mangiarli, ma il nostro obiettivo resta comunque l’educazione alimentare“.
Per questo, i genitori dell’Osservatorio hanno chiesto al gestore del servizio di fornire alcune schede sulle nuove preparazioni, in modo da preparare i figli e creare in loro aspettativa all’assaggio.
“In ogni caso – precisa Ramazzotti – se proprio il piatto non funziona occorre sostituirlo“.

Il confronto fra l’Osservatorio, il Comune e il gestore, in ogni caso, va avanti. Molte delle rilevazioni, però, arrivano dagli assaggi effettuati dai genitori, mentre il gestore non condivide con l’Osservatorio i test effettuali. “Sarebbe invece molto importante”, sottolinea Ramazzotti.
Per quanto riguarda i ritardi, Pillati sostiene che, dopo una fase iniziale, in cui la distribuzione di 18mila pasti giornalieri ha creato disguidi, ora il problema si è ridotto.
“Stiamo aspettando di avere i dati per verificare se il sistema di trasporto sia adeguato – osserva invece Ramazzotti – così come resta aperta la questione di alcune preparazioni, che non sono possibili negli attuali centri pasto”.