È intorno alle 2.30 del mattino che Giorgia Meloni ha tenuto il suo primo discorso dopo la travolgente vittoria di Fratelli d’Italia e del centrodestra alle elezioni politiche. Il suo partito in appena quattro anni ha portato i propri consensi da un 4 a un 26%, attestandosi come prima formazione in tutta Italia. Eppure, nel suo primo messaggio, Meloni ha usato toni pacati e sembra aver misurato minuziosamente di parole, richiamando anche alla «responsabilità».
Il percorso di Meloni verso l’attribuzione dell’incarico per la presidenza del Consiglio è scontato, per cui resta da chiedersi perché abbia scelto la sobrietà come stile comunicativo nel momento di festeggiare una vittoria travolgente.
Abbiamo chiesto a Giovanna Cosenza, semiologa ed esperta di comunicazione politica dell’Università di Bologna, un’analisi sul primo discorso della leader di Fratelli d’Italia.

Il primo messaggio di Meloni verso la presidenza del Consiglio

«Meloni è stata molto equilibrata e ha mantenuto il suo percorso di moderazione che è stato piuttosto evidente durante tutta la campagna elettorale – osserva Cosenza – È riuscita a rassicurare quell’elettorato moderato che diffidava dai toni troppo aggressivi che aveva avuto in passato e diffidava anche di una certa matrice estremista che sta nella cultura di Fratelli d’Italia».
Il primo discorso di Meloni, dunque, è stato efficace e coerente con lo stile comunicativo adottato dalla campagna elettorale.

La lucidità di non eccedere in trionfalismo è servita alla leader di Fratelli d’Italia per parlare a tutti.
«Ha usato le ipotesi, perché i dati erano ancora incerti – sottolinea la semiologa – e ha parlato di responsabilità rivolgendosi a tutti. Quindi la rassicurazione era rivolta a tutta l’Italia, anche coloro che non hanno votato FdI».
Ma gli elementi tecnicamente convincenti nel discorso di Meloni sono anche altri, come ad esempio lo storytelling con cui ha ricostruito la storia del partito dalla marginalità alla vittoria. Una narrazione di riscatto che piace, non solo in politica.

Efficaci anche i ringraziamenti che Meloni ha rivolto sia alla sua famiglia, ma non intesa in chiave tradizionalista, sia allo staff, nominando per nome le persone, sia agli alleati di coalizione.
«Ci voleva tutto questo nella comunicazione? Sì, perché c’è stata saturazione di toni aggressivi – constata Cosenza – Le risse e le aggressività non piacciono quando le persone sono preoccupate per la guerra, l’inflazione, il gas che non si sa se arriva».
Meloni, dunque, è stata capace di leggere il contesto storico e politico e adottare uno stile comunicativo che si è rivelato vincente.

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