Nella prima prova all’esame di maturità, che si tiene oggi, gli studenti sono chiamati a scegliere, tra gli altri, un tema sul “Pil” e uno sul concetto di “confine”. Un’ottima occasione per bocciare l’Europa dei muri e dell’austerity.
C’è l’analisi del testo di un brano di Umberto Eco, c’è il voto delle donne nel 1946, c’è il rapporto padre e figlio in arte e letteratura, c’è il valore del paesaggio e c’è l’uomo e l’avventura dello spazio.
Ma, tra i temi proposti per la prima prova, quella di italiano, che oltre 500mila studenti italiani affrontano oggi nell’esame di maturità, ci sono anche due questioni piuttosto attuali, che riguardano l’economia e l’immigrazione.
“Il Pil è la misura di tutto?” è il quesito di uno dei saggi brevi, mentre per quanto riguarda l’attualità, viene chiesto agli studenti di commentare una citazione di Piero Zanini sul concetto di confine.
Chissà se gli esperti del Miur che hanno pensato ai titoli sono stati guidati dalla curiosità su cosa pensino gli adolescenti di due dei temi più controversi delle politiche europee degli ultimi anni o se proporre quei temi possa servire ad individuare, fin dalla tenera età, quali saranno i nemici pubblici negli anni a venire.
Ironia a parte, l’occasione che hanno tra le mani i maturandi italiani è ghiotta: da giudicati possono trasformarsi in giudici ed emettere una sentenza di bocciatura per l’Europa e per i governi, in primis quello italiano, che hanno accettato supinamente molti diktat degli ultimi anni.
Uno di questi è stato sicuramente quello dell’austerity, con il quale l’establishment europeo ha letteralmente affamato i popoli del Vecchio Continente. Di fronte alla crisi economica prodotta dalla finanza, e nonostante le promesse di regolamentare un settore speculativo ormai fuori controllo, l’Europa ha imposto misure “lacrime e sangue” che non hanno minimamente toccato gli squali della finanza (come dimostrano gli scandali bancari che continuano), ma ha stretto la morsa attorno ai cittadini.
Ormai lo sanno tutti che, come ha recentemente spiegato l’economista Andrea Baranes ai nostri microfoni e come sottolinea da anni anche il Movimento per la Decrescita Felice, il Prodotto Interno Lordo misura armi, incidenti stradali e profitti, ma non misura i nodi reali del benessere, come la felicità, le relazioni, il tempo libero.
Gli studenti italiani, quindi, oggi potrebbero impartire a chi ci governa una bella lezione di economia: no alla mercificazione di tutto, no ai ricatti del debito pubblico, sì ad una vita libera e degna.
Quanto al concetto di confine, i maturandi farebbero bene a sottolineare l’incoerenza e la figura vergognosa che l’Europa sta facendo. Da un lato ha firmato e promosso convenzioni, trattati, dichiarazioni universali sui diritti delle persone, ma appena si trova a fronteggiare il fenomeno dei flussi migratori – in parte prodotto dall’esportazione di armi e di guerra di cui è essa stessa colpevole – dimostra nei fatti che tutte le carte firmate possono essere calpestate, stracciate e che dunque non erano che un bel esercizio retorico fatto in tempo di pace.
L’augurio che va a studentesse e studenti, dunque, è quello di dare sfogo alla carica ideale che spesso li contraddistingue e di bocciare senza appello l’attuale classe dirigente.
Di fronte ad un penoso sistema mediatico che alimenta e diffonde gli stereotipi e mistifica la realtà, di fronte a controriforme che puntano a scardinare la libertà di insegnamento e il senso critico, di fronte ad una totale incertezza sul futuro delle nuove generazioni, almeno oggi qualcuno potrà togliersi il sassolino dalla scarpa e mandare a quel paese, in modo argomentato, gli oppressori.