Arcigay replica alla boutade del capogruppo Pd in Regione, che ha lanciato l’idea di un referendum sul tema del matrimonio gay. Branà: “Non c’è bisogno di un referendum, è il Pd che ha bisogno di un congresso”.

La risposta di Arcigay

Non accenna a sopirsi la polemica attorno al matrimonio e alle adozioni per persone dello stesso sesso. Dopo l’affondo del cardinal Carlo Caffarra nei confronti del sindaco Virginio Merola, che aveva manifestato aperture sul tema, quest’oggi a gettare benzina sul fuoco è stato il Marco Monari, capogruppo del Pd nell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna.
“Siccome quelle di Merola e quelle di Caffarra sono opinioni entrambe legittime ma che non porteranno mai ad una sintesi – ha affermato Monari – in una fase in cui ascoltiamo i bolognesi su tutto possiamo ascoltarli anche su questo”.

La boutade di Monari ha sollevato la reazione del Cassero. Ai nostri microfoni, il presidente Vincenzo Branà va giù duro contro Monari: “Spero che monari fosse ironico, perché trovo molto grave che un rappresentante della politica chieda un referendum. Ha il sapore del referendum di Ponzio Pilato, che chiese al popolo se voleva Cristo o Barabba, lavandosene le mani”.
Branà prosegue constatando la febbre grillina, figlia dell’erosione del consenso del Pd, che porta a tastare il polso costantemente al popolo perché non si ha una posizione interna. “Nel momento in cui avremo imbracciato questo percorso di politica al televoto – osserva il presidente del Cassero – non avremo più bisogno degli organi di governo. È in questa direzione che vuole andare il Pd?”.

La seconda riflessione riguarda lo strumento del referendum. “Perché allora – si chiede Branà – il Pd ignora nel suo esito il referendum sulla scuola? Quella è una consultazione promossa da un gruppo di cittadini che di sicuro non hanno potere, mentre Monari siede in una posizione di potere”.
E arriva la stoccata finale: “Il Pd non è d’accordo su niente al proprio interno: non sanno che presidente della Repubblica vogliono, non sanno che governo vogliono e non sanno nemmeno che segretario vogliono. Non hanno bisogno di un referendum, hanno bisogno di un congresso”.
Detto questo, Branà si dice sicuro e tranquillo che l’esito di una consultazione sul tema dei matrimoni gay darebbe un risultato schiacciante.