Dopo lo shock dell’inchiesta su Mafia Capitale, l’Alleanza delle Cooperative e Avviso Pubblico firmano oggi a Montecitorio un protocollo e lanciano la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare contro l’infiltrazione mafiosa nel sistema cooperativo. Intanto l’associazione che riunisce gli Enti Locali contro le mafie anticipa i dati sulle aggressioni di amministratori in Emilia Romagna: 7 i casi nel 2014.
Mafia Capitale: cooperative nel caos
Il coinvolgimento diretto di Salvatore Buzzi e della cooperativa 29 giugno nell’inchiesta Mafia Capitale ha rappresentato la rottura di un tabù: anche il mondo cooperativo, sempre più impegnato a posizionarsi nel libero mercato, non è immune alle infiltrazioni mafiose.
Quando scoppiò l’inchiesta, il mondo delle cooperative balbettò e apparve chiaro lo smarrimento di un settore che, fino a quel momento, sembrava lontano anni luce dagli appetiti della criminalità organizzata.
Eppure, anche allora, qualche segnale c’era. Ad esempio i facchini della logistica denunciavano da tempo i comportamenti delle cosiddette coop “spurie”, realtà che nascono dalla sera alla mattina e altrettanto velocemente spariscono, sfruttando i lavoratori, vincendo appalti al massimo ribasso proprio per i bassi costi della manodopera e rappresentando un problema di concorrenza sleale per le altre realtà cooperative.
Il 15 aprile scorso l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha depositato in Corte Suprema di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per contrastare il fenomeno delle false cooperative. Successivamente è stata avviata una campagna per raccogliere 50.000 firme per presentare, entro il 6 novembre 2015, la proposta di legge per avviare l’iter parlamentare.
Oggi, a Montecitorio, le cooperative e Avviso Pubblico presenteranno e firmeranno un protocollo d’intesa per avviare un’attività di promozione per la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare e per organizzare iniziative istituzionali pubbliche che affrontino questi temi a sostegno della legalità e del rispetto delle regole contro le infiltrazioni mafiose.
Intanto, all’interno del Festival della Legalità che si sta svolgendo a Ferrara, Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, ha anticipato i dati relativi all’Emilia Romagna di “Amministratori sotto tiro“, il rapporto dell’associazione sulle aggressioni subite l’anno scorso da sindaci, assessori o dipendenti comunali.
Il rapporto completo sarà reso noto a novembre, ma già emerge che nel 2014, a livello nazionale, le aggressioni sono in aumento.
Nella nostra regione c’è un dato in controtendenza rispetto al dato nazionale: gli amministratori aggrediti in un anno scendono da 10 a 7, ma il dato qualitativo è preoccupante.
“Il collaboratore di un consigliere regionale – racconta Romani – ha ricevuto una busta contenente proiettili, una cosa piuttosto anomala per una regione come l’Emilia Romagna”.
Il coordinatore di Avviso Pubblico tiene a precisare che le intimidazioni, le minacce e le aggressioni ai danni di amministratori pubblici provengono solo in minima parte dalla criminalità organizzata, mentre negli anni della crisi sono cresciute molto le aggressioni da parte di cittadini disperati.
Il rapporto di Avviso Pubblico, però, è servito a mettere in allarme le istituzioni. Per questo è stata avviata una Commissione d’Inchiesta in Senato, in cui si cercano strumenti per affrontare il fenomeno.
“In particolare pensiamo ad alcune modifiche del codice penale – spiega Romani – Una di queste prevede un’aggravante se si compie un’aggressione ai danni di un amministratore pubblico, perché oltre alla persona si colpisce l’interesse pubblico che essa rappresenta”.