Riparte la II° edizione di DocumentER, rassegna cinematografica di promozione del territorio e cultura della Regione Emilia-Romagna all’estero, a cura di D.E-R – Associazione documentaristi Emilia-Romagna e realizzato grazie al contributo dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna – Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. L’edizione di quest’anno offre un ampio ventaglio di documentari di autori emiliano-romagnoli finalizzata a valorizzare e promuovere all’estero la nostra regione, attraverso uno sguardo creativo e artistico. I temi spazieranno dalla storia all’arte, dalla musica al cinema e i suoi registi, dalla tradizione politica alla memoria storica, fino alle politiche sociali e di accoglienza.

L’arte del nostro territorio nelle sale cinema di Bellinzona e Zurigo

Come spiega ai nostri microfoni Enza Negroni, presidente di D.E-R, DocumentER si compone di tre momenti differenti: la prima parte, dal 15 al 22 ottobre 2022, presenta un ciclo di otto documentari fruibili gratuitamente per tutti, direttamente da casa sulla piattaforma Docacasa.it.
Si prosegue con una rassegna itinerante in sala, sempre a ingresso gratuito, che si snoda tra vari luoghi delle città di Bellinzona e Zurigo, rispettivamente a novembre e dicembre.
Il terzo step, novità di questa edizione, comprende tre workshop nei quali ci sarà la possibilità per i ragazzi del Liceo Vermigli di Zurigo di seguire degli incontri formativi con tre autori, i quali porteranno un esempio di lavoro sulla tradizione cinematografica in Emilia-Romagna e, a seguire, la visione di alcuni dei loro film.
Abbiamo chiesto a Enza di suggerire un titolo per alimentare la nostra curiosità: «“Einstein parla italiano” un lavoro di Alessando Scillitani, è particolarmente legato a Bologna, perché è la storia di quando Einstein venne a fare delle lezioni all’Archiginnasio, e del suo legame con la nostra città». Inoltre, sulla piattaforma online sarà presente anche un documentario della nostra ospite, “Scarti rinati” di Enza Negroni, che racconta «dei luoghi legati all’architettura, che si sono convertiti da spazi di lavoro come fabbriche, in luoghi della cultura, quindi musei e auditori musicali».

ASCOLTA L’INTERVISTA A ENZA NEGRONI: