Nel quinto, e ultimo, focus sui temi caldi della campagna elettorale si parla di lavoro in UE. Il sociologo Luciano Gallino descrive una situazione desolante e non risparmia critiche a laburisti e socialdemocratici che hanno perso la loro identità, sacrificata sull’altare del neoliberismo.

Politiche del lavoro: la ricetta di Giuliano Gallino

In Europa ci sono attualmente 27 milioni di disoccupati e molti milioni di precari e “lavoratori poveri”. E’ interessante e drammatica al tempo stesso la definizione “lavoratore povero”, perchè individua chi, pur lavorando, non riesce a vivere del suo lavoro. Senza tornare troppo indietro nella storia delle dottrine politiche, basti dire che il lavoratore povero rappresenta una contraddizione, un cortocircuito, potenzialmente esplosivo.

L’attuale situazione, inutile nascondersi, è conseguenza dell’austerità e diretta filiazione delle politiche del lavoro implementate a cominciare dalla fine degli anni ’80, che “hanno come scopo quello di far arretrare le conquiste dei lavoratori in termini di diritti e salariali, con la cosiddetta “moderazione salariale”, cui i partiti socialdemocratici aderirono e per la quale hanno una grossa responsabilità. La tendenza non sembra destinata a invertirsi” dice ai nostri microfoni il sociologo Luciano Gallino.

“Da 20 anni -continua Gallino- le politiche regressive sul lavoro sono le stesse” e hanno al centro la flessibilità. “Le “punizioni” inflitte alla Grecia sono una sorta di preavviso, come dire che se non ci si adegua alle politiche richieste da Commissione, Fondo Monetario e BCE, ci succederà lo stesso. E’ una storia vecchia di vent’anni: sembra di riaprire un polveroso rapporto Ocse del ’94.” spiega il sociologo.

Su salario e reddito minimo Gallino è tiepido. Per il sociologo il secondo sarebbe “una piccola vittoria in una gigantesca sconfitta.” facendo riferimentoalnche al meccanismo, molto in auge, di flexsecurity. Gallino cita una famosa dichiarazione del ’99 di Blair e Schroeder, per spiegare quanto le socialdemocrazie abbiano sostenuto la deriva neoliberista: “Un unico posto di lavoro -dichiararono i due- per tutta la vita è un’idea che appartiene al passato.”

Bisogna -dichiara Luciano Gallino in conclusione- riportare in auge le politiche del lavoro come nel dopoguerra, quando l’idea della piena occupazione non era stata ancora sconfitta dalla paura neoliberista dell’inflazione. I socialdemocratici e laburisti europei devono ritrovare le radici della loro identità.”