Alla vigilia delle commemorazioni per il 38° anniversario dell’omicidio di Francesco Lorusso, l’associazione di amici e famigliari si scaglia contro il collettivo Hobo che ha annunciato contestazioni. Già l’anno scorso furono contestati i rappresentanti del Comune. Collina: “Non tollereremo nuove sceneggiate, si rispettino i famigliari di Francesco”.

Alla vigilia dell’11 marzo, anniversario dell’omicidio di Francesco Lorusso nel 1977, c’è una spaccatura a sinistra sulle modalità per ricordare lo studente di Medicina. Già l’anno scorso si registrarono tensioni durante il ricordo in via Mascarella, dove il giovane venne ucciso, con alcuni collettivi afferenti all’area dell’autonomia che contestarono i rappresentanti delle Istituzioni presenti alla commemorazione.

Quest’anno il copione potrebbe essere lo stesso, stando a quanto già annunciato dal collettivo Hobo che, in un comunicato dal titolo eloquente “Nessuna memoria condivisa“, annuncia la propria presenza all’appuntamento e non manca di polemizzare con l’Associazione “Francesco Lorusso”: “La memoria di un compagno ucciso non è un oggetto di cui qualcuno si possa appropriare o rappresentare, non è un orticello da recintare o un’eredità notarile, una celebrazione o un rituale da mandare in scena”.

Per evitare il ripetersi di quanto accaduto l’anno scorso, con il ricordo di Lorusso passato in secondo piano di fronte alla contestazione agli esponenti del Comune, l’Associazione “Francesco Lorusso” avverte Hobom, attraverso le parole di Mauro Collina, amico e compagno del giovane ucciso. “Lo scorso anno siamo stati costretti ad assistere ad una sceneggiata davvero triste – scrive Collina – Non siamo certo noi a vantare, come ci fu detto allora, il patrimonio o l’eredità politica su quei fatti e il giudizio critico che abbiamo sempre pubblicamente espresso verso gli esecutori e i mandati dell’assassinio di Francesco non lascia dubbi”.

Ad infastidire, però, è il mancato rispetto della volontà della famiglia che ha sempre desiderato che “alla ricorrenza dell’11 marzo in via Mascarella vi fosse la presenza di quei rappresentanti delle istituzioni cittadine (Università – Comune) che nei giorni dell’assassinio, anziché stare dalla parte del movimento e della famiglia, si prestarono al ricatto della DC di Kossiga e del Pci”.

“Sia quindi chiaro a tutti – conclude Collina – che non accetteremo passivamente una nuova sceneggiata, non perchè condividiamo le politiche autoritarie, anti popolari e repressive, ma perchè vogliamo che sia rispettata la volontà dei genitori di Francesco. Saremo anche noi un’ora prima e un’ora dopo a contestare quelle politiche, ma non in Via Mascarella durante il ricordo di Francesco, non permetteremo a nessuno di assumere atteggiamenti che vadano contro queste volontà”.