Loris, l’attivista colpito prima da divieto di dimora e poi dagli arresti domiciliari, avrebbe dovuto sostenere oggi un esame alla facoltà di Filosofia. Il gip gli ha negato il permesso. Loris ha però ottenuto, grazie anche alla mobilitazione dei solidali e della sua facoltà, di poter svolgere l’esame a casa. Intanto la richiesta è che il nuovo rettore e i vertici di UniBo prendano posizione sulla vicenda.

Loris, la vicenda non si chiude, ma almeno lo studio per l’esame sì

Prima colpito da divieto di dimora e poi da arresti domiciliari (per aver, pubblicamente, violato il divieto) Loris avrebbe dovuto sostenere oggi un esame alla facoltà di Filosofia, dove è iscritto. Una settimana fa, però, il gip gli ha negato il permesso per recarsi in facoltà. I motivi del diniego li spiega Veronica, attivista di Hobo: “Il gip ha detto che l’esame universitario non rientrava nelle necessità indispensabili di una persona sottoposta a misura cautelare”. L’impressione, dice, è che così facendo la magistratura voglia “prendere in mano tutti gli aspetti della vita di una persona”.

Nei mesi passati, infatti, altri attivisti colpiti da misure cautelari quel permesso lo hanno ottenuto. Anzi, come rivela la stessa Veronica, due divieti di dimora furono commutati in obblighi di dimora proprio per motivi legati allo studio, mentre “oggi ci troviamo di fronte a un gip che addirittura dice che l’esame non rientra nelle esigenze”. Il diniego a Loris, insomma, è quantomeno inconsueto, tanto che “nella scuola di Filosofia erano tutti abbastanza sorpresi perchè un precedente del genere non è mai esistito”.

Qualcosa, però, si è mosso. “La scuola di filosofia – spiega l’attivista di Hobo – Si è attivata affinchè il diritto di Loris di svolgere l’esame universitario fosse garantito. Sia il professore [con cui Loris dovrà sostenere l’esame, ndr] che la presidentessa della scuola hanno affermato che a breve una commissione andrà a casa di Loris“, e l’attivista potrà sostenere l’esame. “Si tratta di un primo risultato, ma non ancora sufficiente – scrive la campagna Libertà di Dimora – La presa di posizione del dipartimento stride con il silenzio dei vertici dell’Unibo, a partire dal nuovo rettore Ubertini“. “Il nuovo rettore – chiede Veronica – Prenda parola su questa vicenda”.