Lo scorso 27 gennaio la Città Metropolitana di Bologna ha presentato la “Carta per la logistica etica“, un documento frutto di un lavoro di concertazione tra molti degli stakeholder che operano nel settore, in particolare all’Interporto. I tavoli di lavoro nacquero in seguito alla morte di Yaya Yafa, giovane lavoratore migrante rimasto ucciso al terzo giorno di lavoro nell’hub logistico in provincia di Bologna.
Dopo la dichiarazione di intenti, però, Cgil, Cisl e Uil chiedono di passare ai fatti e di istituire tavoli di confronti per arrivare ad accordi di sito.

Logistica etica, dagli intenti ai fatti: i sindacati vogliono la “fase 2”

«È passato troppo tempo, secondo noi, da quando abbiamo iniziato quella discussione con l’Amministrazione – osserva ai nostri microfoni Maurizio Lunghi, segretario della Cgil di Bologna – Abbiamo bisogno di accelerare perché ci sono problemi seri di tenuta dal punto di vista della trasparenza e della legalità nei grandi siti logistici. Vorremmo quindi dare gambe ai contenuti del protocollo».
In particolare, Lunghi evidenzia come nel settore permangano problemi sulle corrette relazioni sindacali, in un ambiente dove spesso il gioco degli appalti e dei subappalti porta a bypassare l’applicazione corretta delle norme e dei contratti nazionali.

Secondo Cgil, Cisl e Uil servirebbe quindi l’apertura di tavoli di discussione in cui vengano coinvolti tutti i soggetti interessati, quindi non solo sindacati e aziende, ma anche le Amministrazioni locali.
I nodi da sciogliere sono diversi e non solo di natura sindacale. La questione dei trasporti e dei collegamenti con gli hub della logistica, la predisposizione di servizi per i lavoratori e le lavoratrici del settore, come gli asili per i figli, fino al tema dei controlli sulla sicurezza e sull’effettiva formazione degli addetti.

Lo strumento che i confederali ritengono più appropriato, quindi, è quello degli accordi di sito, che permettono una migliore analisi delle necessità di ciascun insediamento.
E proprio gli insediamenti logistici potrebbero crescere visto l’alto numero di domande che negli ultimi mesi sono pervenute, ma anche grazie a specifiche risorse del Pnrr che potrebbero arrivare.

Proprio sulla moltiplicazione degli hub logistici nel territorio provinciale, che nel recente passato hanno sollevato l’opposizione di associazioni ambientaliste per la cementificazione di suolo agricolo, Lunghi precisa la posizione del sindacato: «Come organizzazioni sindacali tendiamo a volere il recupero delle aree industriali abbandonate e già cementificate, più che andare a danneggiare il territorio con nuova cementificazione».

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